La sinistra sulla scia di Zapatero

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La sinistra pretende: date i figli ai gay.
Adozione per gli omosessuali


La Spagna di Zapatero ha varato la legge per affidare bimbi a coppie omosex. In Italia l’Ulivo proverà a fare altrettanto. Fermiamoci fin che siamo in tempo… La notizia in sé non è nuova, ma adesso è ufficiale e se ne comprendono le conseguenze. Mi riferisco ai matrimoni gay. Ormai sono stati legalizzati, in Spagna. Uomini con uomini, donne con donne; il sesso non ha più importanza ai fini delle unioni di coppia, come usa dire. Contano solo le persone. Due desiderano mettersi insieme? Si accomodino in Comune, sottoscrivano il contratto e voilà: davanti al codice civile il loro connubio sarà riconosciuto in pieno, a scopi pensionistici, ereditari eccetera. Mezza Spagna esulta; l’altra metà scuote la testa e si mette le mani nei capelli. Chi ha torto, chi ha ragione? Precisiamo che il nuovo regime matrimoniale non è poi tanto nuovo; è in vigore non solo nella penisola iberica, ma anche (e da tempo) in Olanda e in Belgio. Il fatto che Zapatero, premier di sinistra, colui che decise il rientro delle truppe dall’Iraq dopo l’attentato a Madrid (oltre duecento morti), considerato un esempio da seguire dai progressisti europei, abbia favorito l’introduzione di norme tanto rivoluzionarie in un Paese cattolico e conservatore dimostra il crollo di ogni tabù. Se gli omosessuali possono sposarsi tra loro in Spagna, perché non in Italia? Questo è il punto interessante per noi. D’altronde, non appena il governo di Madrid ha reso pubblica la ratifica della regola, ex e post comunisti di casa nostra nonché ulivisti, verdi e roba simile hanno esultato augurandosi che Roma faccia altrettanto. Si è aperto un capitolo: d’ora in poi la questione ci riguarderà. La sinistra composita ed eterogenea con cui abbiamo che fare comincerà a premere affinché anche da queste parti si provveda ad adeguare la legislazione alle richieste dei connazionali gay. I quali non hanno torto a reclamare riforme del codice civile onde aprirlo a una realtà impossibile da ignorare. Oggi una coppia etero gode di tanti privilegi in vari campi: assegnazione di case popolari, assistenza medica, reversibilità pensionistica eccetera. Mentre per le coppie omo persistono difficoltà d’ogni tipo. E questo è ingiusto, penalizzante per una quota cospicua di cittadini, sostanzialmente discriminati. Bisogna spalancare gli occhi e non insistere in atteggiamenti superati dalla storia. I gay devono accedere agli stessi diritti riservati agli etero. Non c’è discussione. Però sarebbe da stolti dimenticare che la parità dei diritti è una cosa, e le forzature sono un’altra. La principale forzatura riguarda la natura stessa del matrimonio, termine derivante da mater (madre). Il senso è lampante: ci si sposa per avere figli, realizzare un progetto di vita coerente con la finalità di assicurare continuità alla specie. Uomo e donna prolificano e prendono cura, oltre che di se medesimi, anche della prole. Non sempre tutto fila liscio, ma lo schema è questo. Una famiglia si concepisce solo in presenza di mamma e papà ed eventualmente bambini. Dove vi siano due papà o due mamme si registra un’anomalia densa di pericoli per gli eredi. Che c’entrano gli eredi? C’entrano, perché il regime matrimoniale spagnolo, belga e olandese, prevedendo parità di diritti a chiunque – gay o etero – non esclude l’istituto dell’adozione. In parole povere, due omosessuali hanno facoltà di adottare figli. Il che comporta problemi enormi non tanto per i genitori gay, quanto per i bimbi. Figuratevi. Siamo sicuri sia lo stesso per un ragazzo crescere con un padre e una madre, dai sessi ben definiti, oppure con un padre ragioniere e un mammo carpentiere o viceversa? Si sentirà in ogni caso a suo agio o avrà qualche imbarazzo, qualche turbamento, qualche groviglio psicologico in più in una situazione di oggettiva diversità? I bambini, tutti i bambini del mondo, desiderano assomigliare ai loro simili, vestire come loro (a costo di essere conformisti), aspirano a una famiglia normale, nessuna stravaganza. I cuccioli d’uomo amano stare nel branco, confondersi nella moltitudine, avere una mamma coi capelli lunghi e un papà coi baffi. Mi rendo conto, sto banalizzando. Ma la vita è banale, è quotidianità, abitudini antiche; e la famiglia è il luogo della tranquillità o del desiderio di tranquillità. Che tranquillità ci può essere sotto un tetto in cui campino due genitori dello stesso sesso? Sbaglierò. Ma una Spagna che abolisca per legge le categorie di padre, madre, nonno, nonna, maschio e femmina non sarà una Spagna più moderna; sarà un casino. Speriamo che l’Italia si fermi. Speriamo che l’Italia si preoccupi dei gay riformando il codice civile (gli spazi ci sono) ma non stravolga la base dell’umanità, che è la famiglia tradizionale. La famiglia spesso è uno schifo, una macchina che produce drammi e tragedia, ma le alternative sono peggiori. Date agli omosessuali ciò di cui hanno necessità; date loro tutto tranne la licenza di fare del male a se stessi e agli altri.


Libero 1 luglio 2005