Storace vuol migliorare la 180, la sinistra insorge
Il ministro della Salute intende avviare una consultazione per rivedere «solo alcuni punti» e «dare sicurezza alle famiglie». Il semplice annuncio della volontà di una revisione della legge Basaglia (quella che nel 1978 chiuse i manicomi) basta da solo ad accendere polemiche…
«Metteremo mano alla legge 180». Nel giorno in cui Gasparri e Ronchi presentano la conferenza programmatica di An, la tre giorni dal 3 al 5 febbraio per individuare i punti prioritari del programma del partito e quelli da «offrire al programma del centrodestra», il ministro della Salute Francesco Storace scatena un putiferio. Anticipando uno dei temi che ritiene debba entrare nella discussione sul programma di legislatura «al quale nei prossimi mesi dovremo lavorare». È «giunta l’ora di mettere mano alla legge» Basaglia, spiega l’ex governatore del Lazio. Senza specificare però «in quale direzione»: «Perché vogliamo prima avviare una grande campagna di ascolto». Si tratta insomma di «un’ipotesi per il futuro, che sarà preceduta da un’ampia consultazione con tutti i soggetti interessati». La necessità da cui muove il ministro è quella di «dare sicurezza personale e aiuto alle famiglie che vivono con questo problema». Ciò non vuol dire «mettere in discussione l’impalcatura»: «Ci sono solo alcuni punti che, 30 anni dopo, vanno ridiscussi e rivisti». È d’accordo il sottosegretario alla Salute Elisabetta Alberti Casellati: «La legge va mantenuta nei principi, ma rivista e rimodulata alla luce delle reali esigenze di reinserimento sociale dei malati di mente». Perché «negli anni è mancata la creazione di strutture intermedie nel territorio» e «un aiuto alle famiglie».
Il semplice annuncio della volontà di una revisione della legge Basaglia (quella che nel 1978 chiuse i manicomi) basta da solo ad accendere polemiche nel mondo politico e dividere quello delle associazioni dei familiari dei pazienti psichiatrici. «Assicuriamo piena collaborazione», dice l’Associazione per la riforma dell’assistenza psichiatrica (Arap), salutando «con gioia» l’annuncio del ministro. Per l’Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale (Unasam), invece, l’idea di ritoccare la legge è «una sciocchezza» probabilmente motivata da «ragioni elettorali ».
«È solo campagna elettorale» è anche l’accusa più frequente dal centrosinistra. «Il governo solleva un altro polverone, su una materia delicata » dice Giuseppe Fioroni della Margherita. Da Forza Italia si riconosce invece che «sulla 180 miglioramenti sono possibili. Le famiglie dei malati sono troppo sole: solo chi è in malafede strumentalizza le parole del ministro Storace. E, mentre Marco Rizzo strepita contro Storace «forte coi deboli e debole coi forti», raggiunto dall’Indipendente il verde Paolo Cento spiega: «Storace coglie un problema che c’è, ed è drammaticamente serio: le famiglie vanno supportate, bisogna garantire di più i disabili psichici gravi». Insomma, qualche modifica non sarebbe proprio da buttare via. «Io ho anche presentato una proposta in questo senso. Ma quando si comincia a dire che va rivista la 180 non si sa dove si va a finire: perché si deve andare avanti, non indietro. Il ministro dovrebbe dire che intenzioni ha. Il rischio è quello della crociata, del dibattito tutto politico.
Ma, spiega Cento, difficilmente la legge sarà toccata». Perché «mancano le condizioni politico parlamentari ». E poi perché «anche a sinistra c’è un impianto ideologico, per cui quella legge si ritiene intoccabile. Come la 194».
L’Indipendente 29 dicembre 2005