Il Belgio ha il suo Partito islamico: siamo come Hamas
Immigrati e musulmani di “seconda generazione” non si accontentano più di essere coccolati dalle sinistre dei Paesi europei: alle Comunali in due importanti centri del Belgio presenta i suoi candidati il Partito dei Giovani Musulmani…
Domani si vota in Belgio per una tranquilla tornata di elezioni comunali. Nulla di strano fin quì, se non che, ecco spiccare all’improvviso una lista musulmana, purtroppo apertamente incitata da siti e blog internet ritenuti vicini alle posizioni di Al Qaeda. E’ sceso in lizza il Parti Jeunes Musulmans, cioè Partito Giovani Musulmani, che ha presentato i suoi candidati in due importanti centri come Anderlecht e Molenbeek.
Non c’è troppo da stupirsi di ciò in una nazione con un’immigrazione di così lunga data come il Belgio, a paragone dell’Italia. Di sicuro, però, c’è il rischio che un exploit simile a quello del Pjm possa verificarsi in un futuro più o meno prossimo anche nel nostro Paese. Inoltre si registra la campagna su internet per questo partito con “link” che partono da siti come “Minbar”, lo stesso che diffonde frequentemente e con largo anticipo i video del terrore di Al Qaeda.
Sperando di non contemplare una scena dal sapore profetico per le nostre città, andiamo a scoprire chi sono e che cosa vogliono gli esponenti del partito islamico belga. Anzitutto, i due capolista sono padre e figlio. Se ad Anderlchet i candidati del Pjm sono guidati da un certo Jean Francois Bastin, a Molenbeek è il giovane Abdulaziz Bastin a portare alta la bandiera del movimento. Ed entrambi sfoggiano barbe da record, da far invidia agli stessi talebani. Fra i consiglieri in lista, tali Berrou, Zherouni o Kairouhi. Ma c’è anche qualche occidentale convertito o fiancheggiatore, che all’anagrafe fa Evrard o Declerck. Tutti sotto il segno della mezzaluna, che nella sigla del partito appare quasi in punta di piedi, piccolissima, sopra la J in giallo, mentre la P e la M sono di un bel verde, colore sacro ai maomettani. Dunque immigrati e musulmani di “seconda generazione” non si accontentano più di essere coccolati dalle sinistre dei Paesi europei. Traspare dalle stesse parole che uno dei leader del Pjm ha rilasciato alla stampa locale. «Il PS (Partito socialista, ndr), o partito dei sionisti – dice Bastin junior riferendosi alla sinistra locale – continua a strumentalizzare la comunità musulmana per ragioni elettorali». E continua, auspicando un buon piazzamento nella sua città: «Il Pjm è molto popolare fra la popolazione musulmana. Un po’ come Hamas in Palestina. Siamo messi sotto pressione e tutti i rivali tentano di destabilizzarci e perfino gli agenti di quartiere ci tengono d’occhio probabilmente su ordine del sindaco».
Il musulmano belga, evidentemente confortato dai numeri dell’immigrazione, si sente già in tasca qualche assessorato e dichiara senza remore: «Se dovessi fare una scelta opterei per gli assessorati della Gioventù o della Cultura». Salvo poi ammettere che bisognerà prima valutare se entrare in qualche coalizione.
L’apparire sulla scena politica belga dei Giovani Musulmani non fa che riscuotere consensi sui siti internet vicini all’integralismo. Così sul forum Himaya, un certo Bismillah esorta tutti gli utenti a «diffondere al massimo» un audio di 15 minuti sulle elezioni comunali, con riferimento ai proclami del Pjm, «più 5 minuti – aggiunge – sulla fede in Allah». E conclude il suo messaggio con “insciallah”, “sia fatta la volontà di Dio”. Scrive invece in tono più accomodante Karima: «Conosco bene Basin. Spesso la gente giudica che una persona sia malvagia solo perchè ha una grande barba, ma lui non è così. Comunque io spero che lui vinca, per la grazia di Dio, e che aiuti la Umma (la comunità musulmana mondiale, n.d.r), con l’aiuto di Dio, e non per la celebrità o per altre passioni».
Ma cosa vuole esattamente il Parti Juenes Musulmans? Il programma si basa sulle ingiustizie, vere o presunte, percepite dagli immigrati. Vi si legge: «Il Pjm si appella risolutamente a tutti i musulmani per rigettare tutti gli intralci alla libertà di espressione religiosa, tutte le ingiustizie e gli scarti umanitari, etici o morali che continuano a perseguitare una parte non indifferente della popolazione». Belle parole, salvo poi non tener conto della moralità della maggior parte dei belgi. Prendiamo il caso della macellazione rituale: «Il Pjm si oppone con virulenza (quì i toni si fanno duri, n.d.r) al progetto del senatore Dedecker che tenta, sotto il pretesto delllo stordimento dell’animale prima della sua uccisione, di sopprimere totalmente sia l’abbattimento rituale, sia la fede musulmana». E simili toni appaiono anche a proposito della scuola, «esposta ai diktat del laicismo», secondo il movimento, che rivendica la possibilità per le ragazze di indossare il velo in aula. Difficile stimare quanti consensi racimolerà la formazione belga, ma la tendenza sembra solo all’inizio.
di Mirko Molteni
La Padania [Data pubblicazione: 07/10/2006]