Scienziati divisi, contraria anche la Levi Montalcini (che è tutto dire!)
Il premio Nobel: “Non sono favorevole alla creazione di embrioni umani”. Francesco D’Agostino, presidente del Comitato nazionale per la bioetica (Cnb): “Non è possibile giustificare in nessun modo” la decisione della Gran Bretagna. Al contrario il ginecologo dell’Università di Bologna Carlo Flamigni parla di “decisione coraggiosa e saggia” e il segretario dei radicali, Daniele Capezzone, parla di “un grande giorno per l’umanità”… Non poteva mancare di suscitare polemiche la decisione della Gran Bretagna di autorizzare la clonazione di embrioni umani per trarne cellule staminali. E tra gli scienziati si registrano soprattutto posizioni di dubbio o contrarie alla decisione britannica. Anche se non mancano le voci che plaudono al “progresso scientifico”.
“Non sono favorevole alla creazione di embrioni umani per ricavare cellule staminali a fini terapeutici” ha dichiarato il premio Nobel Rita Levi Montalcini, che si è anche detta contraria all’uso degli embrioni congelati in soprannumero nelle pratiche di fecondazione artificiale. Sul fronte scientifico parere contrario anche da don Roberto Colombo, responsabile dell’Unità di ricerca in biologia e genetica umana dell’Università Cattolica di Milano, che parla di “sperimentazione disumana”. “Non esiste differenza – spiega Roberto Colombo – tra clonazione per la nascita di un bambino e clonazione per la produzione di cellule staminali. Si genera sempre un essere umano”. E suggerisce altre vie di ricerca “che utilizzano cellule staminali somatiche, cioè prelevate dal paziente stesso, come dal midollo osseo e dal cordone ombelicale”.
Dal fronte medico contrari anche il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo), Giuseppe del Barone, e il segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Mario Falconi. “Il mio giudizio non cambia – ha detto Giuseppe Del Barone -: sono assolutamente favorevole all’uso delle cellule staminali per fini terapeutici, ma continuo a essere fortemente contrario al concetto di clonazione”. “Assolutamente contrario” si dichiara Mario Falconi: “Mi crea molto disagio, magari esagero, ma mi fa pensare agli esperimenti che facevano le Ss nei campi di sterminio”.
Anche tra i bioeticisti e teologi la condanna è netta. Francesco D’Agostino, presidente del Comitato nazionale per la bioetica (Cnb), precisa che – a titolo personale poiché il Cnb non si è mai espresso a riguardo – “non è possibile giustificare in nessun modo” la decisione della Gran Bretagna. “Ci sono forti preoccupazioni bioetiche – ha detto D’Agostino – per la pratica di creare embrioni umani con la prospettiva di distruggerli in laboratorio sperando di ottenere da essi indicazioni scientificamente utili”. E il presidente del Cnb cita la Convenzione di Oviedo, che vieta la clonazione umana “senza distinzione tra clonazione terapeutica e riproduttiva”. Monsignor Mauro Cozzoli, docente di Teologia morale alla Pontificia università Lateranense, sottolinea come “la clonazione umana è un atto gravemente illecito: si serve di un essere umano per interessi e finalità a lui estranei”.
Sul fronte politico, netta opposizione dei Verdi. Luana Zanella dice “no ai facili entusiasmi: c’è il rischio di una orribile deregulation. I Verdi invocano il principio di cautela su questo tema così delicato che non può essere affrontato con l’ideologia del progresso”.
Sul fronte dei favorevoli il ginecologo dell’Università di Bologna Carlo Flamigni, che parla di “decisione coraggiosa e saggia”. Insieme a lui il genetista dell’Università di Roma Tor Vergata Giuseppe Novelli, che chiede di “dare il via libera alla clonazione terapeutica solo a pochissimi progetti, condotti da scienziati di provata esperienza e con limiti ferrei: non si può chiudere la porta della ricerca a 360 gradi”. E il diabetologo Massimo Massi Benedetti ricorda l’esercito di malati: “Per questo guardiamo con interesse la ricerca, ma siamo anche molto prudenti sull’uso degli embrioni umani”. Mentre il segretario dei radicali, Daniele Capezzone, parla di “un grande giorno per l’umanità”.
di Enrico Negrotti
Avvenire 12 agosto 2004