La testimonianza di un pro-life veneto come preparazione all’evento:
EMILIA-ROMAGNA IN MARCIA PER LA VITA!
Sabato 9 febbraio 2019, a CastelFranco Emilia (Bo/Mo)
Dalle 16 alle 19 faremo il punto sulla situazione in Regione assieme a
– VIRGINIA CODA NUNZIANTE NUNZIATE portavoce nazionale della Marcia.
– tanti esponenti pro-life
– i tre segretari regionali dei partiti che più hanno FATTO in difesa della vita e della famiglia.
Le indicazioni defintive saranno messe su https://www.fattisentire.org/: lasciate la vostra e-mail.
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Marcia si o Marcia no?
Come militante pro-vita la Marcia a Roma è per me un appuntamento fisso in agenda, ma quest’anno si presentava in modo speciale: sia per esprimere un forte NO alla cultura della morte nel 40° della legge 194, sia per l’idea di “mobilitare” come MpV locale i nostri concittadini e organizzare un bus solo veneziano.
A fine 2017, tuttavia, una polemica metteva in forse l’iniziativa: alcuni dei promotori della Marcia, insieme a numerose organizzazioni pro-vita italiane e straniere, firmavano una dichiarazione in cui si denunciano ambiguità ed errori nell’atteggiamento di alcuni Pastori della Chiesa sui temi della difesa della vita e della famiglia, e come risposta la Presidenza nazionale del MpV invitava in modo perentorio le Associazioni aderenti a disertare anche la Marcia.
Che fare, dunque?
Poiché personalmente condividevo contenuti e modalità della dichiarazione, ho scritto ai vertici del Movimento chiedendo un dibattito nel merito e un ripensamento sul divieto; di fatto, questa richiesta è rimasta senza risposta.
Mi accorgevo d’altra parte che il mio pensiero era condiviso da altri amici del nostro MpV e che il disagio per gesti e parole ambigui da parte dei Pastori che dovrebbero guidarci cresce via via tra i militanti pro-vita, e così il nostro Direttivo ha deciso di andare avanti; purtroppo, è triste ammetterlo, abbiamo dovuto rinunciare al bus per la carenza di iscrizioni, e così con la mia famiglia il 19 maggio sono partito in treno, mentre un altro gruppo partiva col pulmino guidato dal coraggioso don Francesco.
Cronache da Roma
In treno un primo episodio: vado al vagone bar per prendere un caffè, ed il barista nota la maglietta della Marcia, si inizia a chiacchierare e scopro che è anche lui un “militante” romano; torno al mio posto contento di scoprire che non siamo soli a lottare, e poco dopo arriva il suo collega con dei cestini viaggio per bambini: “Ecco due omaggi per due bambini coraggiosi che vanno a Roma alla Marcia!” Stupore dei miei figli Benedetta ed Agostino, e con soddisfazione conosciamo Marco che, una volta arrivati a Roma, ritroveremo alla Marcia tra i volontari del servizio d’ordine.
Ore 14,30 concentramento in piazza della Repubblica: mille volti e mille gruppi dai nomi più diversi, associazioni, comitati, parrocchie; solo alla Marcia ci si rende conto della varietà dell’associazionismo pro-life, che rende bene il “genio italico”, la cultura dei 100 campanili.
Si fanno notare come sempre tra tutti chierici, suore e ragazzi dell’Istituto del Verbo Incarnato che portano una statua della Madonna su supporto mobile e – in pieno stile sudamericano – con cappelli arancione e con tamburi cantano e lanciano gioiosi slogan pro-vita, dando un tocco di inconfondibile allegria alla manifestazione; un loro seminarista, Alessandro da Novara, viene a conoscerci e scopriamo che hanno una casa nell’Agordino, proprio dove io andavo sempre in vacanza.
Srotolate le bandiere, sono fiero che nella piazza sventoli il simbolo del MpV insieme a quello veneziano di S. Marco: subito si avvicinano alcuni amici “richiamati” dal Leone, sono di Bassano e ci scambiamo gli indirizzi, forse il prossimo anno potremmo fare il desiderato bus veneto insieme…
Quanti saremo? Stando in mezzo alla folla non è facile capirlo; dal sito Notizie Pro Vita ho letto poi una stima di 40.000 persone.
Con un certo ritardo si parte, e notiamo un gruppo di sindaci con la fascia tricolore; sarebbe giusto che i Pubblici Amministratori fossero tantissimi, e penso che il prossimo anno inviterò il nostro sindaco Brugnaro… uno come lui è capace di venire!
In testa al gruppo ci sono anche due vescovi, Mons. Negri vescovo emerito di Ferrara e mons. Carlo Maria Viganò nunzio emerito negli Stati Uniti; insieme a loro il Cardinale Burke, che è sempre presente alla Marcia italiana a partire dall’esperienza degli USA, dove la “March fo Life” è dagli anni ’70 una manifestazione sempre più imponente, promossa e sostenuta dai vescovi americani, alcuni dei quali quest’anno hanno persino concesso una speciale indulgenza ai cattolici partecipanti; e questo robusto sostegno vorremmo sinceramente vederlo anche in Italia, così come ancora attendiamo invano una forte iniziativa di preghiera e di azione da parte dei nostri vescovi a 40 anni dalla legge abortista.
In un pomeriggio assolato ma con leggera brezza, il corteo si snoda con passeggiata tranquilla per le vie centrali di Roma, tanti turisti si affacciano dalle finestre degli alberghi, i passanti osservano, ogni tanto incontriamo gruppi di Carabinieri schierati, ma si annoiano: la manifestazione è pacifica, noi non romperemo neppure un bicchiere di plastica!
Tra i partecipanti molte delegazioni straniere come spagnoli, americani, francesi, romeni, polacchi; c’è chi canta, chi prega il rosario, chi scandisce slogan (alcuni sono graffianti, come “droga, aborto, eutanasia questa è l’Italia della massoneria!”… ma forse non sono veri?).
Verso le 17 si arriva ai Fori Imperiali, dove un grande palco è allestito vicino a Piazza Venezia: ascoltiamo le testimonianze di persone coinvolte nel dramma dell’aborto e dell’eutanasia, come la madre del francese Vincent Lambert che lotta per sottrarre suo figlio disabile alla morte praticata dai medici, e il parroco napoletano che ricorda che la 194 non è una buona legge da applicare, ma una legge cattiva da abolire.
Conclude la portavoce Virginia Coda Nunziante, che ricorda il tragico conto dei morti dal 1978, sei milioni e per difetto (vuol dire 10 volte i morti italiani della carneficina della Grande Guerra!), chiede che si cominci col tagliare i fondi all’aborto, che costa circa 2-300 milioni di euro l’anno, e infine ricorda il sacrificio di Alfie, che ci porta all’eugenetica ed all’infanticidio di Stato.
Riflessioni nel ritorno
Torniamo stanchi ma contenti, convinti una volta di più dei valori dell’iniziativa: l’esperienza dimostra che molti non si impegnano per difendere la vita per timore, di fronte ad un mondo ostile o quantomeno indifferente, ed ecco che la Marcia si pone come esempio perché i buoni intimoriti osino farsi avanti; è una voce di verità senza i compromessi che via via hanno depotenziato la lotta pro-life, che ricorda al Paese, alla politica, ai nemici della vita che ritengono ormai certe “conquiste” acquisite per sempre, che noi non ci stiamo e continueremo a chiedere ad ogni costo l’abolizione delle leggi omicide, prima tra tutte la 194.
E’ un momento pubblico che per un giorno “conquista” la piazza, contro coloro che cercano di stendere una cortina di silenzio sulla morte degli innocenti o di ridurre la cosa ad una “questione morale” strettamente privata.
Mentre in tanti Paesi le Marce per la Vita crescono, in Italia una manifestazione così mancava, e bisogna riconoscere che il MPV non era mai riuscito ad organizzare qualcosa di analogo; è un momento in cui i militanti, spesso stanchi e sfiduciati, possono ritrovarsi in tanti e rafforzare il morale; è un’occasione in cui tutti – ma proprio tutti – coloro che vogliono difendere la vita possono unirsi, con le proprie sensibilità ed i propri simboli (eccettuati quelli politico-partitici).
A riguardo, una critica che viene fatta alla Marcia è la presenza di crocifissi, rosari e tanti sacerdoti in talare, cosa che renderebbe la manifestazione “confessionale” e quindi di parte: la critica è infondata sia perché la Marcia è dichiaratamente aperta a tutti, anche ai credenti di ogni religione o agli atei, sia perché – se è vero che la vita è un valore “laico” – è altrettanto vero che noi cattolici siamo chiamati a difenderla in modo speciale proprio in virtù della Fede, con una spinta in più.
A noi la libertà di essere noi stessi non si applica?
Inoltre, siamo concreti, chi riempie la piazza, se non il popolo cattolico? E se ci sono i crocifissi, non è forse perché i bambini uccisi rinnovano il sacrificio del Dio innocente? I rosari non mi danno fastidio, io ne tengo sempre uno in tasca, e le talari nemmeno (io sono un “amico della Tradizione“ e ritengo che i sacerdoti dovrebbero portarle sempre!) Ma forse qualcuno vorrebbe mettersi alla testa del corteo ed iniziare a dire TU NO… TU SI…?
Per concludere, è doveroso ringraziare gli organizzatori, in primis Virginia con la sua figura discreta ed affabile ma altrettanto decisa.
La Marcia Nazionale per la Vita è davvero l’evento pro-life più importante in Italia, che merita di essere sostenuto e rafforzato, unendosi a tutti gli altri “compagni di strada” senza pretendere posizioni di privilegio.
Certo, non è il toccasana di ogni male, ed ha i suoi limiti come evento di un solo giorno; tuttavia, con costanza e con atteggiamento militante potrà pian piano crescere e far cambiare la mentalità del Paese. L’obiettivo strategico resta l’abrogazione della legge ingiusta sull’aborto (senza dimenticare molte altre ingiustizie, dalla fecondazione artificiale di qualsiasi tipo fino alle ultime deliranti manipolazioni sull’uomo), che ha un valore simbolico come “prototipo” della cultura della morte; abolirla non è cosa di oggi e forse neppure di domani, ma come diceva il grande Mario Palmaro – uno dei padri della Marcia – se non continuiamo adesso a dire forte che è ingiusta, chi mai penserà di eliminarla?
Dunque, segnare in agenda: arrivederci a Roma alla IX edizione, sabato 18 maggio 2019!
Francesco Bortolato – Presidente MpV Venezia Mestre
http://www.marciaperlavita.it/articoli/viii-marcia-per-la-vita-impressioni-e-pensieri/