«RISPOSTA RESPONSABILE PER EVITARE IL RITORNO AL FAR WEST»
AVVENIRE – 13 febbraio 2005
Appello per l’astesione in occasione dei referendum sulla legge 40/04 firmato da: (ndr.)
Angelino Alfano (Fi), Federico Bricolo (Lega Nord), Enzo Carra (Margherita), Alessandro De Franciscis (Udeur), Domenico Di Virgilio (Fi), Massimo Grillo (Udc), Anna Maria Leone (Udc), Maurizio Lupi (Fi), Renzo Lusetti (Margherita), Gennaro Malgieri (An), Alfredo Mantovano (An), Francesca Martini (Lega Nord), Antonio Palmieri (Fi), Patrizia Paoletti Tangheroni (Fi), Riccardo Pedrizzi (An), Luca Volontè (Udc).
All’inizio del 2004 il Parlamento ha approvato la legge sulla procreazione medicalmente assistita, dopo anni di riflessione e di approfondimento. Lo ha fatto consapevolmente con un’ampia maggioranza, perché come ha riconosciuto la Corte costituzionale (quando ha dichiarato inammissibile il referendum che chiedeva l’abrogazione totale di tale legge), la situazione fino a quel momento aveva visto la «produzione» di decine di migliaia di embrioni crioconservati, il cui futuro è ancora sospeso nel vuoto, centinaia di donne interessate da pratiche di fecondazione invasive e pericolose, coppie «esaurite» psicologicamente, fisicamente ed economicamente, paradossali moltiplicazioni delle figure dei genitori e scioccanti annunci di clonazione umana. Il Parlamento ha fissato delle regole certe, nell’interesse di tutti, anche del concepito, che per la prima volta è stato riconosciuto soggetto di diritti. L’approvazione dei quattro quesiti referendari ammesso dalla Consulta farebbe ricadere nella situazione antecedente l’intervento normativo, ritornando al Far West.
Riteniamo che non recarsi al voto sia la risposta più responsabile alla sfida referendaria.
La delicatezza della materia, i valori che chiama in causa, la necessità di distinguere i vari e articolati profili del rapporto fra la tecnica, la ricerca e il rispetto della dignità di ogni essere umano impongono questa scelta e rendono incongrua e sommaria una semplicistica risposta da «sì» o «no» a singole parti della legge 40/2004.
Non votare lascia invece aperto un confronto di merito, che sarà favorito dalla valutazione oggettiva degli effetti delle nuove norme: una valutazione che, in base alla stessa legge, compete in prima battuta a un Parlamento che non deve sottrarsi a tale responsabilità.
Non votando, ci impegniamo a lavorare, con chiunque voglia aderire alla nostra iniziativa, a fianco dei cittadini per informarli e comprendere il merito delle questioni in gioco, rifiutando posizioni astratte e ideologiche, slogan «terroristici» e senza fondamento; per esempio, a dare conto di quanto sostiene la gran parte della comunità scientifica, che riconosce nella ricerca sulle staminali una terapia certamente più efficace rispetto a quella delle cellule embrionali.