Eurodeputati in Brasile per promuovere diritto all’aborto.
Viaggio-studio finanziato anche dalla Commissione Europea…
Dieci giorni di aggiornamento per parlamentari europei in Brasile e Perù per scoprire “la realtà dei diritti sessuali e riproduttivi in America Latina, e l’influenza della Chiesa cattolica su queste politiche”…
Dieci giorni di aggiornamento per parlamentari europei in Brasile e Perù per scoprire “la realtà dei diritti sessuali e riproduttivi in America Latina, e l’influenza della Chiesa cattolica su queste politiche”. E’ il pacchetto offerto a un selezionato gruppo di europarlamentari e membri di alcuni parlamenti nazionali europei dall’Inter European Parliamentary Forum on Population and Development (IEPFPD) e dai Catholics For a Free Choice (CFFC, Cattolici per la libera scelta), secondo quanto il CESPAS (Centro Europeo di Studi su Popolazione, Ambiente e Sviluppo) ha potuto appurare venendo in possesso della lettera di invito.
Il viaggio si svolgerà dall’1 al 10 dicembre e – si legge nell’invito – sarà occasione di incontri con le organizzazioni non governative locali “che promuovono la salute riproduttiva” – ovvero l’aborto e la contraccezione -, uomini di governo, parlamentari: con loro si discuterà di questi temi e “dell’impatto della religione” – sottinteso negativo – in materia. La visita – si legge nell’invito – comincerà dal Brasile dove “è in atto una rapida transizione, sia economica che politica”, per poi proseguire in Perù, “uno dei Paesi più poveri della regione che ha di fronte molte sfide per quel che riguarda la salute e i diritti riproduttivi e sessuali”.
Questa iniziativa si inserisce in una vasta campagna internazionale tesa a creare pressione sui Paesi in cui l’aborto è vietato o limitato. L’America Latina è l’obiettivo principale di questo attacco, in quanto è praticamente l’unico continente dove l’aborto resta largamente vietato. Proprio in questi mesi ci sono tentativi in atto di far approvare in Brasile una legge che liberalizza totalmente l’aborto, e in Colombia un ricorso alla Corte Costituzionale per abrogare – in nome dei trattati internazionali firmati dal governo di Bogotà – la legge che vieta l’aborto. A sostenere il ricorso in Colombia, con l’aiuto di potenti studi legali americani, sono organizzazioni femministe e abortiste internazionali, inclusa l’Associazione Svedese per l’Educazione Sessuale, ramo scandinavo dell’International Planned Parenthood Federation (IPPF). Parte fondamentale di questa strategia è l’attacco diretto alla Chiesa cattolica, accusata di esercitare un’influenza che impedisce l’approvazione di leggi abortiste.
Non a caso troviamo tra gli organizzatori di questa campagna – e del viaggio degli europarlamentari in America Latina – i Catholics For a Free Choice (CFFC), organizzazione nata negli Stati Uniti (al di fuori della Chiesa cattolica e da questa mai riconosciuta) per tentare di promuovere una “teologia abortista”. Il CFFC è stato anche la mente della campagna lanciata nel 2000 per espellere la Santa Sede dalle Nazioni Unite.
L’altra organizzazione che firma l’invito ai parlamentari europei è lo IEPFPD, ovvero il Forum inter-parlamentare europeo su Popolazione e Sviluppo, nato nel 2000 proprio per creare una lobby tra i parlamentari dei diversi Paesi europei volta a promuovere il diritto all’aborto su scala internazionale. Tra i principali finanziatori, oltre alle solite IPPF e Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), troviamo la Commissione Europea. Purtroppo non è una sorpresa, perché in questi anni la Commissione Europea – sotto la guida di Romano Prodi – ha più che triplicato i fondi destinati ai programmi di salute riproduttiva (leggi aborto) in Europa e nel mondo, attingendo peraltro ai fondi destinati alla cooperazione e allo sviluppo.
www.cespas.org – Newsletter 08/2005 – 18 novembre 2005
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