COSE TURCHE. PIÙ HASHISH E ABORTI FACILI
Il governo Prodi porta avanti il suo programma di “zapaterizzazione” dell’Italia…
ROMA Prima l’uso degli embrioni nella sperimentazione, le porte aperte agli immigrati clandestini, gli appelli all’introduzione dei Pacs nella nostra legislazione. E ora l’aumento dei quantitativi massimi di cannabis che si possono tenere per uso privato senza incorrere nello spaccio. Nonché la “benedizione” alla sperimentazione della pillola abortiva Ru486. Il governo Prodi porta avanti il suo programma di “zapaterizzazione” dell’Italia. Il ministro Turco, in un messaggio inviato ieri al ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, in occasione della Giornata Internazionale contro la droga, scrive: «E’ mia intenzione elevare, con atto amministrativo, il quantitativo massimo di cannabis detenibile senza incorrere nella presunzione di spaccio e in provvedimenti punitivi fino all’arresto e al carcere». Un provvedimento sul piano amministrativo eviterebbe, spiega il ministro, di dover aspettare di intervenire sulla legge. L’annuncio coincide con la nuova presa di posizione sull’argomento del ministro per la Solidarietà sociale, che parla di «dividere nettamente il consumo dallo spaccio, combattere le narcomafie, depenalizzare il consumo e togliere le sanzioni amministrative». Da ricordare che Ferrero ha già dichiarato di non avere nessun preconcetto rispetto a forme di sperimentazione come le shooting-room, ossia le “stanze del buco”. Poi il ministro Turco, in visita negli ospedali torinesi, dichiara, in merito alla pillola RU486 che «la sperimentazione fatta dal governo precedente è corretta». Insorge Carlo Giovanardi, ideatore con Gianfranco Fini dell’attuale legge. L’ex ministro chiede che, prima di prendere decisioni in materia di tossicodipendenza, il governo si confronti in Parlamento. Mentre per il consumo della cannabis si tratta di «un ulteriore aiuto alla menzognera campagna di certa sinistra per convincere i giovani che si possono usare droghe leggere senza danno per la salute». Coro unanime di proteste da parte del centrodestra, ma anche dal mondo cattolico, impegnato nel recupero dei tossicodipendenti. Don Antonio Mazzi, fondatore delle comunità Exodus, e don Oreste Benzi, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, bocciano decisamente la proposta della Turco. Don Benzi addirittura la definisce “devastante”. Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, per quel che riguarda il via libera alla sperimentazione della Ru486, sostiene che ci stiamo avviando verso «un aborto privato», semplice «come bere un bicchiere d’acqua». Arrivano anche i distinguo dai cattolici dell’Unione. Paola Binetti della Margherita puntualizza che deve essere «molto chiara la differenza tra consumatori e spacciatori». E certo «più aumenta il livello di consumo di droga e maggiore è il rischio di convertirsi in spacciatori».
di Caterina Maniaci
LIBERO 27 giugno 06