I sociologi denunciano: ”Diventeranno criminali”. E intanto cala la presenza femminile nel paese più popolato del mondo.
E’ previsto dagli esperti un aumento demografico che porterà la Cina ad avere 1,43 miliardi di abitanti nel 2020, con una prevalenza maschile schiacciante.
da AsiaNews
Una disparità troppo evidente che preoccupa soprattutto i sociologi; denunciano la pericolosità sociale di una civiltà ad altissimo livello maschile che porterebbe inevitabilmente ad un enorme aumento della criminalità.
In Cina è provato da tempo che l’uomo non sposato tende ad aggregarsi ad altri nella sua stessa situazione ed a sfogare la sua repressione adottando atteggiamenti criminali ed anti-sociali, creando una sorta di “branco” di cui si hanno notizie già dalla “Rivoluzione dei Boxer” del 1900.
Al momento la proporzione delle nascite vede 120 maschi contro 100 femmine nelle aree urbane, mentre nelle zone rurali si arriva a 130/140 su 100.I demografi stimano che nel prossimo futuro si potrebbe arrivare ad avere il 15% dell’intera popolazione composto da maschi senza possibilità di controparte femminile, con 170 milioni di abitanti sopra i 65 anni.
Per la legge cinese è proibito effettuare l’amniocentesi per conoscere il sesso del nascituro, ma è legale per ogni altra esigenza medica; anche l’aborto è legale.Vengono dunque effettuati esami illegali, pagati da 440 a 880 dollari americani, ed è prassi consolidata per i medici rivelare il risultato dell’esame ai coniugi tramite un codice.
Consegue un numero incalcolabile di aborti.
Per evitare questa situazione si sta muovendo in Cina un movimento multiculturale, guidato dal Prof. Li Yongping, un emografo dell’Università di Pechino.
Il movimento chiede al governo di considerare l’abolizione del programma sul controllo delle nascite, in vigore da 23 anni.Sostengono che non tassando enormemente chi ha più di un figlio si possano evitare la disparità sociale, gli aborti e l’ondata di nuovi criminali.