Contraddizioni: «Abbasso il matrimonio, viva le nozze gay»

«Quella dei pacs è una battaglia di retroguardia»

È la polemica che viene da una parte del mondo gay. Lo ha riferito un’esponente di spicco dell’Arcilesbica alla manifestazione di Piazza Farnese. Ma tale critica è subito tacitata dalla stessa esponente di Arcilesbica: «Non vi rendete conto che arrivate alle stesse posizioni del Papa…».

Sicché traspare, al di là della intenzione degli organizzatori, una posizione anti-pacs. Quindi è solo una lobby omosex politicamente corretta – la linea tanto di Aurelio Mancuso, segretario nazionale dell’Arcigay, che di Alessandro Cecchi Paone – che vuole “imporre” i pacs non solo alle convivenze etero, ma anche a un’altra parte del variegato mondo delle relazioni tra persone dello stesso sesso. Un’area che non sa che farsene della «normalità» giuridica rivendicata (sforando il limite dei decibel) dal presidente Arcigay, Sergio Lo Giudice. Una perla in questo senso l’excusatio non petita di Giovanni Paolombarini, magistrato di Cassazione: «Si dice che i pacs servano alle unioni omosessuali – ha esordito -. Le cose non stanno così, ma se anche fosse, questo ci dice che della legge c’è bisogno». Pur di far quadrare il cerchio la manifestazione si è svolta tutta sul filo della petizione di principio, a volte contraddittoria. Come nel caso di Cristina Morelli, capogruppo dei Verdi in Liguria e del suo compagno Luca Dallorto, assessore all’ambiente a Genova, una delle coppie che ha celebrato il proprio simbolico pacs. Hanno rivendicato orgogliosamente il loro “no” al matrimonio, ma si sono detti onorati di battersi per quello dei gay.

(P.L.F.)

Da Avvenire Online
del 15 gennaio 2006