EVOLUZIONISMO: i darwinisti del Kansas perdono la testa
A 80 anni dal processo Scopes contro l’insegnamento di Darwin (il famoso Monkey trial del 1925 in Tennessee), lo State Board of Education del Kansas non trova ancora pace sull’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole medie…
A 80 anni dal processo Scopes contro l’insegnamento di Darwin (il famoso Monkey trial del 1925 in Tennessee), lo State Board of Education del Kansas non trova ancora pace sull’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole medie. Nel 1999 un Board conservatore aveva operato per rimuovere l’insegnamento dell’evoluzione dal curriculum di scienze. L’anno dopo, una nuova Commissione aveva riaffermato l’evoluzione come concetto chiave nell’educazione.
L’attuale Board ha assunto una posizione moderata, e ha indetto un dibattito tra scienziati sul curriculum standard. Apriti cielo! I darwinisti non hanno accettato il compromesso, tacciando le “altre opinioni” di essere preconcetti religiosi e hanno deciso di non presentarsi al “processo”. Gli antidarwinisti hanno redatto un Minority Report e hanno organizzato un’opposizione, invitando una ventina di insegnanti e di scienziati a testimoniare.
L’esigenza di rivedere l’evoluzionismo (in un Paese dove solo il 28 per cento dei cittadini accettano Darwin e il 48 per cento credono all’opera di un “Essere intelligente”) era già entrata nelle classi attraverso i ragazzini. Un’insegnante di scienze di una scuola di Salina (Kansas), certo John Wachholoz, lamenta che quando cerca di parlare di evoluzione gli scolari smettono di ascoltare: “mettono la testa sul banco e pretendono di non sentire una parola di quello che dici”.
In questo clima, a partire dal 4 maggio, si sono aperte le udienze sull’insegnamento dell’evoluzione nel Kansas. L’interesse locale e nazionale è stato notevole. Il “processo” si è svolto nella piccola Topeka, presso il Memorial Hall, all’ombra della cupola del Capitol. Topeka è infatti la capitale del Kansas, mentre la grande Kansas City non è in Kansas, ma nel confinante Stato del Missouri.
Nonostante l’allestimento teatrale, la commedia è andata di scena dimezzata. I testimoni di maggioranza non si sono presentati, boicottando le udienze. Avevano fatto sapere che per loro non c’erano questioni scientifiche da dibattere, ma solo se la religione dovesse essere accettata nelle classi di scienze. E il problema era già stato risolto dalla Costituzione, che sancisce la separazione tra scienza e religione. La signora Liz Gray, del darwinano Kansas Institute for Science ha raccomandato all’attorney Pedro Irigonegray, che presiedeva alle udienze, di ritrarre i testimoni di minoranza “nella luce più sgradevole possibile, come impostori politici, attivisti evangelici, ignoranti, trasgressori di regole, bulli senza principi”. Dall’altro lato, le istruzioni che giungevano ai testimoni di minoranza erano di questo tono: “non perdete la calma, non parlate di soprannaturale, se offesi e ridicolizzati rispondete: la sua domanda è oltre i limiti dell’inchiesta. Aspettatevi che vi chiedano: che credenziali hai? Sei Cristiano? Credi nei miracoli? Credi ad Adamo ed Eva o a Giona nella pancia della Balena? Credi nella creazione in sei giorni? Dopo tutto, è tuo dovere testimoniare la tua fede nel Vangelo!”.
Tra i testimoni di minoranza è stata anche la volta del Professor Giuseppe Sermonti, di Roma, che rientrava da Seattle dove aveva presentato un libro dal titolo Why is a fly not a Horse?, traduzione americana del suo Dimenticare Darwin. Egli ha sostenuto la tesi che il binomio mutazione-selezione non fosse in grado di risolvere il problema del differenziamento biologico (da qui il titolo Perché una mosca non è un cavallo?).
Come predisposto, a Topeka non si è parlato di religione o di soprannaturale, si è parlato di fatti scientifici, come la minoranza si era proposta di fare. Solo sul finale, inopinatamente e fuori di ogni accordo, l’attorney Irigonegary ha preso la parola per sferrare un attacco personale contro la credibilità dei testimoni di minoranza, secondo le istruzioni della Liz Gray.
L’intervento irrituale da parte del presidente della giuria ha suscitato la rimbeccata dell’attorney di minoranza, che ha preso lo spunto per dimostrare al pubblico e alla stampa i metodi calunniosi e scorretti con cui la “scienza ufficiale” sostiene le sue posizioni.
E così il “processo” si è concluso clamorosamente. I darwinisti sono rimasti arroccati nella loro verità intoccabile e i sostenitori del “disegno superiore” hanno trasferito la loro critica scientifica alla controversia legale. Hanno però stavolta lasciato il Memorial Hall di Topeka convinti di aver stabilito sul territorio avverso una testa di ponte.
Quel che è stato reale oggetto delle udienze del Kansas è stata la definizione stessa di “scientifico”. Invece di “ciò che cerca spiegazioni naturali di quanto osserviamo intorno a noi” è prevalsa la accezione: “ciò che usa l’osservazione, la verifica delle ipotesi, la misura, l’esperimento, l’argomento logico e la teorizzazione per giungere a una più adeguata osservazione dei fenomeni naturali”. Nella definizione proposta “naturali” sono i fenomeni non le spiegazioni, ed è accolta la possibilità di fornire spiegazioni che invochino cause trascendenti.
Se, come è probabile, in giugno la Commissione adotterà il nuovo standard, il Kansas si unirà all’Ohio, che nel 2002 ha stabilito che agli studenti sia insegnato che c’è controversia sull’evoluzione. Anche i legislatori dell’Alabama e della Georgia hanno introdotto norme che consentono agli insegnanti di mettere in dubbio Darwin in classe.
La battaglia sull’evoluzione sta ribollendo a livello locale in venti Stati degli Usa. Come una benedizione è giunta ai testimoni di Topeka la dichiarazione di Benedetto XVI, che nella sua prima omelia in San Pietro ha detto: “Solo laddove si vede Dio comincia veramente la vita (…). Non siamo il prodotto causale e senza senso dell’evoluzione”.
Corrispondenza romana-899/05 del 21/05/05