EUROPA/SPAGNA
“Questa riforma del Codice Civile sta occultando una delle dimensioni più gravi del progetto: la violazione dei diritti basilari dei bambini. La reazione del governo davanti alle nostre proposte è un muro di silenzio quando non di disprezzo”: il Presidente dell’Associazione Professionisti per l’Etica in una intervista a Fides
Madrid (Agenzia Fides) – L’Agenzia Fides ha rivolto alcune domande a Jaime Urcelay Alonso, Giurista e Presidente dell’Associazione Professionisti per l’Etica (PPE), una realtà civica formata per una rete di professionisti con l’obiettivo di promuovere e difendere i valori etici nella vita pubblica. In questo periodo l’Associazione sta portando avanti una campagna intitolata “I bambini hanno diritti” contraria all’adozione dei bambini da parte di coppie omosessuali.
Questa legge che permetterebbe l’adozione di bambini da una coppia di omosessuali, non è contro i diritti fondamentali dei bambini?
Certo. Il Governo socialista ha voluto presentare questa riforma del Codice Civile come una conquista nell’uguaglianza dei diritti dagli omosessuali. Questa impostazione, oltre ad essere falsa in sé stessa, sta occultando una delle dimensioni più gravi del progetto: l’aperta violazione dei diritti basilari dei bambini, come il diritto alla salute psichica, ad essere educati ed a ricevere il necessario affetto del padre e della madre….
Qualora questa legge venga approvata definitivamente dal Congresso dei Deputati, dopo il suo passaggio al Senato, sarà chiaramente una legge ingiusta. Per questo non obbliga in coscienza ad applicarla quanti, a motivo del loro incarico pubblico, dovrebbero farlo. Giudici, sindaci e consiglieri comunali devono appellarsi al diritto all’obiezione di coscienza che è una delle esigenze primarie della nostra inviolabile dignità personale. Questo diritto ha inoltre fondamento nella Costituzione Spagnola, come hanno riconosciuto due importanti pronunciamenti della giurisprudenza.
Dal punto di vista giuridico, a quali principi o leggi possiamo appellarci per affermare che questa legge va contro i diritti dal bambino e costituisce una violenza su di lui?
La legislazione spagnola stabilisce che il regime giuridico dell’adozione si basa sui principi dell’integrazione dal bambino in una famiglia e sul primato del benessere del minorenne che viene adottato. Questa norma ne ratifica altre di carattere generale, come la Dichiarazione dei Diritti del Bambino del 1959, la Convenzione sui Diritti dal Bambino del 1989 e la stessa Costituzione Spagnola che sono concordi nell’affermare che la legislazione farà prevalere, in qualsiasi caso, il diritto dal bambino allo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale. Inoltre la Costituzione Spagnola stabilisce che i poteri pubblici, da parte loro, devono assicurare la protezione integrale dei figli. Nell’ambito europeo non possiamo non citare la sentenza del Tribunale Europeo dei Diritti Umani, che nel 2002 diede ragione all’Amministrazione francese quando questa negò l’adozione all’omosessuale Philippe Fretté.
L’adozione ha come fine ultimo il benessere del minorenne e non soddisfare i desideri di paternità o maternità. Per questo si sono sempre richieste alle coppie che vogliono adottare un bambino una serie di condizioni di idoneità. Questo principio non viene contraddetto dalla possibilità di adozione da parte di una coppia di omosessuali?
Senza dubbio. Ho già menzionato i nostri principali riferimenti legali che dovrebbero rendere impossibile l’adozione da parte di coppie di omosessuali. Purtroppo in Spagna si è già verificata, alla fine di marzo, una grave frattura con la riforma del Codice di Famiglia della Catalogna, che ha permesso questa aberrazione. Se ora va avanti il disegno di legge del Governo centrale, come sembra probabile, parlare dei processi di accertamento della “idoneità” risulta quasi assurdo.
Ma c’è un altro aspetto che conviene tenere in considerazione. Secondo dati ufficiali, la Spagna nel 2004 ha adottato 5.541 bambini di origine straniera: è il primo paese dell’Unione Europea ed il secondo nella graduatoria mondiale dove si realizzano più adozioni internazionali. I paesi di origine di questi bambini non solo vietano le unioni omosessuali, ma normalmente danno la preferenza ai matrimoni. Così si regolano, in maggiore o minore misura, Cina, Russia ed Ucraina, che sono, in questo stesso ordine, i principali paesi di origine dei bambini adottati dagli spagnoli. La ragione è evidente: per queste nazioni la soluzione per un bambino senza casa è trovargli un padre ed una madre sposati. Vogliono innanzitutto dare una famiglia ad un bambino che purtroppo non ce l’ha.
L’Associazione Professionisti per l’Etica che Lei dirige ha presentato un Manifesto al Governo esigendo il riconoscimento dei diritti dal bambino. Quali sono i principali punti di questo Manifesto?
L’Associazione Professionisti per l’Etica è un’iniziativa sociale indipendente che da quasi quindici anni promuove il rispetto della dignità della persona ed il pieno riconoscimento dei suoi diritti. Il nostro metodo di lavoro si basa sull’investigazione, la consultazione e la formulazione di proposte ed alternative. Per questo motivo quando è stato annunciato il disegno di legge, abbiamo deciso di lanciare una campagna con lo slogan “I bambini hanno diritti”.
La campagna è articolata in differenti azioni. Quelle che hanno riscosso maggiore attenzione sono state dei comunicati pubblicitari alla radio ed un Manifesto diretto all’opinione pubblica ed ai responsabili politici. Questo Manifesto è stato sottoscritto da un migliaio di professionisti impegnati nei diritti, nell’educazione e nello sviluppo dei bambini. L’iniziativa ci ha permesso di mantenere un contatto diretto con le persone che conoscono molto bene questi temi. Un gruppo di genitori adottivi spontaneamente ci ha offerto la sua personale esperienza sulle necessità di questi bambini.
In estrema sintesi il documento insiste sulla difesa dei diritti dei bambini che sono incompatibili con il riconoscimento della possibilità di adozione da parte di coppie omosessuali. Mi riferisco al diritto a possedere un genitore maschio e l’altro femmina; diritto a far parte di una famiglia simile alla famiglia naturale, costituita da un uomo e da una donna, unici esseri che, insieme, hanno capacità di procreare; diritto a crescere in un ambiente che permetta loro lo sviluppo della sua personalità fisica, intellettuale e morale; e, infine, diritto a non essere discriminati né sottoposti ad esperimenti traumatici ed a crescere nelle stesse condizioni e con uguali opportunità del resto dei loro compagni che hanno un padre ed una madre.
Come è stato accolto dal Governo e che risposta ha avuto?
Dopo la presentazione del Manifesto, Professionisti per l’Etica si è trovata dinanzi un muro di silenzio, per non dire di disprezzo. Lo stesso che hanno trovato istituzioni fondamentali come il Consiglio di Stato, il Consiglio Generale del Potere Giudiziale o la Reale Accademia di Giurisprudenza e Legislazione che sono stati unanimi nel segnalare al Governo che questo disegno di legge costituisce un grave errore. La stessa intransigente sordità hanno trovato anche le organizzazioni che compongono il Forum Spagnolo della Famiglia, dopo aver consegnato le 500.000 firme che avallano l’Iniziativa Legislativa Popolare a beneficio del matrimonio e della famiglia. Per questo motivo il passo seguente è incoraggiare i cittadini ad uscire nelle strade di Madrid il prossimo 18 giugno per dare una testimonianza massiccia che la famiglia è viva e per chiedere che il Governo spagnolo cessi finalmente le sue aggressioni alla famiglia e all’infanzia. (RG) (Agenzia Fides 20/5/2005).