Contro gay e massoni una lobby pro Vaticano
Ha preso vita nell’Europarlamento l’Associazione per la Fondazione Europa, che riunisce italiani, francesi, polacchi e spagnoli per difendere la minoranza cattolica discriminata. Negli ultimi dieci anni, infatti, sono state più le condanne riservate dalla Ue al Vaticano che quelle comminate a Cina e Cuba…
Nell’Unione europea “senza radici cristiane” spunta a sorpresa una lobby cattolica. Per smentire la teoria laicista, che ignora l’eredità culturale e civile della religione, è bastato il gesto con cui ieri si sono presentati, italiani, francesi, polacchi e spagnoli, riuniti sotto la sigla “Associazione per la Fondazione Europa“. Ufficialmente, nascono per promuovere i principi della Dottrina sociale della Chiesa nelle istituzioni comunitarie. In realtà hanno costituito un gruppo per la tutela di una minoranza discriminata. Non proprio una specie in estinzione ma – soprattutto dopo che la bozza di costituzione europea ha abolito un patrimonio di duemila anni di storia – poco ci manca. Se l’intergruppo gay/lesbico al Parlamento europeo conta ben 120 componenti in grado di respingere la nomina di un commissario, proclamando che «gente come Benedetto XVI e Buttiglione offrono il sostegno culturale a coloro che emarginano gli omosessuali», la costituzione di un intergruppo di eurodeputati cristiani è rimasta una chimera durante numerose legislature. Così, recentemente, è passata con 480 voti a favore una risoluzione come quella contro l’omofobia, che prelude all’istituzione del matrimonio gay. Invece la mozione di solidarietà per don Andrea Santoro, martirizzato in Turchia da un musulmano, ce l’ha fatta per il rotto della cuffia, grazie a una maggioranza di appena 8 voti. Chi si azzarda a remare controcorrente, la paga. La deputata slovacca Anna Zaborska, che il Partito Popolare Europeo ( PPE) aveva proposto a capo della Commissione dell’Europarlamento sui Diritti delle Donne e dell’Uguaglianza dei Generi, si è vista al centro di un linciaggio morale. Il Parlamento europeo – e i deputati nazionali degli Stati membri – sono stati inondati di opuscoletti di denuncia contro l’ «Influenza cattolica conservatrice in Europa». Zaborska è anti-abortista e contraria al riconoscimento delle unioni gay. Così è scattata la mobilitazione. Ma un drappello di coraggiosi c’è. L’italiano Giorgio Salina, esperto della Nunziatura apostolica, è il presidente dell’associazione. Nei corridoi di Bruxelles e Strasburgo lo bolleranno come “l’inviato del Vaticano”. E in un ambiente dove va più di moda il grembiulino massonico che il crocifisso, la prima battaglia sarà quella contro l’emarginazione. Nella conferenza stampa di presentazione, si chiede almeno una pari dignità per la cultura cristiana: «Tutte le culture vanno rispettate, difese e promosse, sia quelle di gruppi maggioritari, sia quelle delle minoranze. Ma non può esservi dubbio che deve essere rispettata, difesa e promossa la cultura che, insieme alla cultura greco latina, in parte alla cultura islamica presente per un certo periodo in alcune aree del sud del continente, insieme alla cultura illuminista e marxista, più di ogni altra ha contribuito a fare dell’Europa ciò che è ora». Finora, gli unici sedicenti cattolici organizzati, con tanto di ufficio di rappresentanza a Bruxelles, erano i Catholics for a Free Choice (Cffc), cioè gli abortisti, nati fuori dalla Chiesa per combatterla. La loro presidente, la statunitense Frances Kissling, è stata fondatrice in America della Federazione Nazionale per l’Aborto e partecipa a seminari con Emma Bonino e Marco Pannella. Ma la Conferenza episcopale Usa l’ha scomunicata da sei anni. In Europa, solo i vescovi spagnoli l’hanno sconfessata. Ma una cinquantina di fondazioni Usa finanziano i Cffc con 900 milioni di dollari l’anno. E il denaro è la chiave per aprire molte porte dell’euroburocrazia.
Rimangono numerosi altri spazi antagonisticamente da riempire, che l’Associazione per la Fondazione Europa indica traendoli dal Manifesto di Bruxelles del 2003: libertà religiosa, libertà politica e riconoscimento dello statuto delle Chiese. Poi i temi più controversi: il diritto alla vita, la famiglia fondata sul matrimonio tra la donna e l’uomo. Infine sussidiarietà e solidarietà, due paroline che provocheranno terribili fastidi, rispettivamente, a socialisti e liberalconservatori. Ma la democrazia senza valori diventa totalitarismo, diceva Papa Giovanni Paolo II. E la Fondazione Europa non lo nasconde: «La verità sull’uomo, sulla vita, sulla convivenza nel creato, non può essere stabilita da maggioranze, quali che siano».
di Andrea Morigi
Libero 23 marzo 2006