Eutanasia. Ho visto morire Terri Schiavo

Le ultime ore di Terri Schiavo
Il resoconto di un testimone oculare: Padre Frank Pavone, direttore nazionale di Priests for Life, presidente del Consiglio religioso nazionale pro-vita

 

Come forse avete visto sui notiziari, ero al capezzale di Terri Schiavo durante le ultime 14 ore della sua vita terrena, fino a cinque minuti prima della sua morte. In questo tempo, insieme a suo fratello e sua sorella, le ho comunicato la vostra vicinanza e le vostre preghiere. Le ho detto tante volte che aveva tanti amici nel mondo e molti pregavano per lei ed erano dalla sua parte. Le avevo detto le stesse cose durante le mie visite nei mesi prima che le fosse tolto il sondino dell’alimentazione, e sono convinto che abbia capito.

Conoscevo la famiglia di Terri da circa sei anni e mi hanno messo sull’elenco dei visitatori. Terri era in un ospizio ma fuori dalla porta c’erano dei poliziotti. Se non fossi stato sulla lista non avrei potuto oltrepassare quelle guardie armate perché l’elenco veniva tenuto molto breve e molto molto controllato. Perché ? Perché i fautori dell’eutanasia dovevano riuscire a dire che Terri era una persona che non rispondeva ed era in una specie di stato vegetativo, coma o altra terminologia che vogliono usare per suggerire che non aveva alcuna reazione affatto. L’unico modo di provare che invece rispondeva era di vederla con i propri occhi.
Sono andato da lei nel settembre 2004 e poi ancora nel febbraio 2005.
Quando la mamma mi presenta a lei, mi fissa intensamente. Concentra lo sguardo. Puntava gli occhi su chiunque le stesse parlando. Se qualcuno le parlava dall’altra parte della stanza girava la testa e gli occhi verso la persona che le stava parlando.
Sapete cosa hanno avuto il coraggio di dire certi dottori a questo riguardo? "Oh, sono solo delle reazioni riflesse. Reazioni inconsapevoli dei riflessi." Curioso: è esattamente la stessa cosa che dicono del bambino non nato del video L’urlo silenzioso, quando il bambino apre la bocca e cerca di allontanarsi dallo strumento che sta per distruggerlo. Dicono, "Oh, è soltanto un riflesso automatico." È la frase che usano sempre per disumanizzare la persona.
Io ho detto a Terri che c’erano molte persone nel paese e nel mondo che le vogliono bene e pregano per lei. Mi ha guardato con attenzione. Le ho detto "Adesso Terri, preghiamo insieme, voglio darti una benedizione, diciamo delle preghiere." E allora ho messo la mano sulla sua testa. Lei ha chiuso gli occhi. Io ho detto la preghiera. lei ha riaperto gli occhi alla fine della preghiera. Suo padre si è chinato su di lei e ha detto, "OK Terri, ecco il solletico," perchè lui ha i baffi. Lei rideva e sorrideva e poi vedevo che contraccambiava il bacio. La sua mamma a un certo punto le ha fatto una domanda e io ho sentito la voce di Terri. Cercava di rispondere. Faceva dei suoni in risposta alla domanda della mamma, non a caso in momenti insignificanti. L’ho sentita cercare di dire qualcosa ma non riuscire, a causa della sua disabilità, a formulare le parole. Quindi reagiva.
Ora, la sera prima di morire ero nella stanza probabilmente per un totale di 3-4 ore, e poi per un’altra ora la mattina dopo – la sua ultima ora.
Fratelli e sorelle, descrivere il suo aspetto come "sereno" signi***** distorcere completamente quello che ho visto io. Qui c’era una persona che da tredici giorni non aveva né cibo né acqua. Era, come potete immaginare, di aspetto molto tirato rispetto a quando l’avevo vista prima. Aveva gli occhi aperti ma andavano da una parte all’altra, oscillavano costantemente avanti e indietro, avanti e indietro. Lo sguardo (l’ho fissata per tre ore e mezzo) lo posso descrivere solo come un misto di paura e tristezza… una combinazione di tremenda paura e tristezza.
Aveva la bocca sempre aperta. Sembrava congelata. Ansimava a boccate rapide. Non era "serena" in alcun senso. Ansimava come se avesse appena corso cento miglia. Ma era un respiro superficiale. Suo fratello Bobby era seduto dirimpetto a me, dall’altra parte del letto. La testa di Terri era in mezzo a noi e sua sorella Suzanne era alla mia sinistra. Siamo stati per un po’ di tempo in preghiera intensa. E abbiamo parlato con Terri, esortandola ad affidarsi completamente al Salvatore. Le ho assicurato continuamente che aveva l’amore e le preghiere di tanta gente.
Le abbiamo tenuto la mano e accarezzato la testa. Durante quelle ore, una delle cose che ho fatto è stato di cantare in latino alcuni dei canti più antichi della Chiesa. Uno era "Victimae Paschali Laudis" che è l’antica proclamazione della risurrezione di Cristo. Là, con davanti agli occhi l’opera mortale della Cultura della Morte, ho proclamato la vittoria della vita. "Vita e morte erano unite in un conflitto straordinario," dichiara il canto. "Il Capitano della vita è morto, ma adesso vive e regna per sempre!"
E poi abbiamo avuto momenti di silenzio… seduti in silenzio a cercare di assorbire quello che stava accadendo.
Ma insieme a Bobby e a sua sorella e Terri stessa, sapete chi altro c’era nella stanza con noi? Un poliziotto. Sempre. Almeno uno. A volte due. A volte tre poliziotti armati erano nella stanza. Sapete perché erano là? Per assicurarsi che non facessimo nulla di proibito, come darle la comunione o magari un bicchier d’acqua. Quando a volte Bobby, seduto dall’altra parte del letto, si alzava di tanto in tanto per chinarsi su sua sorella, il poliziotto si spostava. Andava verso il fondo del letto per vedere direttamente quello che stava facendo. La mattina della sua morte siamo entrati piuttosto presto e dovevo uscire per un’intervista. Per essere puntuale tenevo in mano un piccolo orologio e all’inizio della visita me lo sono messo nella mano sinistra, poi mi sono chinato sopra Terri e ho allungato la mano destra per benedirla. Cominciando a pregare ho chiuso gli occhi e mi sono sentito picchiettare sulla mano sinistra. Era il poliziotto che voleva sapere "Padre, cos’ha nella mano?" Io ho risposto, "È solo un orologino." E lui: "Dovrò tenerlo io mentre lei è qui." Non potevamo tenere in mano niente. Non sapeva neanche cosa fosse. Magari stavo cercando di darle la comunione. Magari avrei cercato di inumidirle le labbra. Chissà quale terribile cosa stavo per fare?
Sapete qual era il colmo? Nella stanza c’era un comodino. Potevo mettere una mano sul comodino e sulla testa di Terri senza spostarmi. Sapete cosa c’era sul comodino? Un vaso di fiori pieno d’acqua. Guardavo i fiori. Erano bellissimi. C’erano rose e altri tipi di fiori e ce n’era un altro dall’altra parte della stanza ai piedi del letto. Due bellissimi mazzi di fiori pieni d’acqua. Nutriti, vivi, bellissimi. E pensavo fra me, è assurdo. Questi fiori vengono trattati meglio di questa donna. Non ha avuto un goccio d’acqua da quasi due settimane. Perché sono qui questi fiori? Che razza di ipocrisia è? I fiori venivano innaffiati. Terri no. E se avessi infilato la mano nell’acqua e ne avessi messa un po’ sulla sua lingua, il poliziotto probabilmente mi avrebbe arrestato e portato via. Certamente mi avrebbe fatto uscire. C’è qualcosa che non va.
Come forse avete visto, coloro che hanno ucciso Terri si sono molto arrabbiati che io lo abbia detto. La notte prima che morisse ho dichiarato ai giornalisti che il suo marito separato Michael, il suo avvocato Mr. Felos, e il giudice Greer erano assassini. Ho anche sottolineato, quella sera e la mattina dopo, che contrariamente alla descrizione di Felos, la morte di Terri non è stata affatto dolce e bella. È stata, al contrario, orribile. In tutti i miei sedici anni di sacerdozio non avevo mai visto nulla di simile.
Dopo che avevo detto queste parole, Felos ed altri a lui vicini hanno cominciato ad attaccarmi sulla stampa e davanti alle telecamere. Alcuni nuovi organi di stampa hanno cominciato a tessere un racconto fatto dei loro attacchi e hanno detto che io "aizzavo le fiamme" dell’inimicizia e dell’odio.
In realtà il motivo della loro rabbia nei miei confronti è molto semplice. Speravano di poter presentare la morte di Terri come atto di misericordia e di serenità. Le mie parole hanno tolto il velo dell’eufemismo, l’hanno chiamato omicidio e hanno fornito una testimonianza oculare del fatto che è stato tutt’altro che dolce. Felos è fautore dell’eutanasia, e come tutti tali fautori, ha bisogno di manipolare il linguaggio, di vendere la morte confezionata in modo accattivante. Qui lui e i suoi amici vedevano un’ottima opportunità di farlo. Ma non avevano previsto che un prete, vedendo la loro opera da vicino, l’avrebbe detto al mondo.
Una delle loro accuse è consistita nel dire che in quanto "persona spirituale" un sacerdote dovrebbe usare parole di compassione e comprensione, e non di veleno. Ma la compassione richiede verità. Un sacerdote è anche un profeta e se non può gridare contro il male, allora non può neanche provocare la riconciliazione. Se ci deve essere guarigione fra queste famiglie o in questo paese, deve cominciare con il pentimento da parte di coloro che hanno ucciso Terri e adesso cercano di coprire il fatto con linguaggio fiorito.
Un altro aspetto della tragedia di Terri Schiavo è che molte persone hanno equivocato la sua causa e quindi la soluzione. Credono che il problema sia che Terri non abbia lasciato alcuna volontà scritta sul fatto di essere mantenuta in vita o meno. Adesso si sentono dire che per evitare un simile problema nella propria vita devono redigere un "testamento biologico". Questo è sia sbagliato che pericoloso.
Il caso di Terri non è stato di accanimento terapeutico, non sopravviveva grazie a trattamenti medici salva-vita. Il suo caso è stato quello di una persona sana la cui vita secondo alcuni era da considerare inutile. Terri non stava morendo, non era attaccata a una macchina per respirare o per far battere il cuore, non aveva una malattia terminale. Ma siccome qualcuno ha pensato che non volesse vivere con la sua disabilità, hanno insistito per introdurre una causa di morte: la disidratazione. (È morta di sete,ndt).
E allora cosa dovrebbe servire un testamento biologico, a parte dire "Vi prego di non discutere se uccidermi, uccidetemi e basta?"
Il rischio nella nostra cultura non è che saremo curati troppo, ma piuttosto che non saremo curati abbastanza. Abbiamo già il diritto di rifiutare le cure mediche. Quello che corriamo il rischio di perdere è il diritto di ricevere le più fondamentali cure umane – come il bere e il mangiare – nel caso dovessimo diventare disabili.
La nostra cultura promuove anche l’idea che, purché si dica di voler morire, abbiamo diritto di farlo. Ma abbiamo un obbligo fondamentale di preservare la nostra vita. Una persona che lasci chiare istruzioni di non voler essere nutrita sta infrangendo il codice morale con la richiesta di suicidio.
Se volete programmare le vostre cure per la salute, non fatelo cercando di predire il futuro. Non potete dire oggi quali trattamenti medici vorrete o non vorrete fare domani perché non sapete in quali condizioni mediche vi troverete, né quali trattamenti saranno disponibili. I testamenti biologici cercano di predire il futuro e la gente può discutere sull’interpretazione di un pezzo di carta esattamente quanto discutono su quello che si afferma che una persona abbia detto in privato.
La soluzione migliore è di nominare un curatore che sia autorizzato a parlare per voi nel momento in cui doveste non riuscire a parlare da soli. Questa dovrebbe essere una persona che conosce le vostre idee e i vostri valori e con la quale parlate di queste cose nei dettagli. Se non potrete parlare voi, il vostro fiduciario potrà fare tutte le domande necessarie ai vostri dottori e al clero e prendere una decisione quando saranno chiari tutti i dettagli della vostra situazione e delle vostre esigenze mediche. Questo è molto più sicuro che cercare di prevedere il futuro. Nominare un fiduciario per proteggere la vostra vita è facile. Il Comitato nazionale per il diritto alla vita ha redatto un "Testamento per vivere" che si trova a
www.nrlc.org. Lo consiglio.
Mi tengo in contatto regolare con i genitori di Terri, Bob e Mary Schindler, e i suoi fratelli, Bobby e Suzanne. Sono cristiani forti con un spirito bello e gentile. Se volete scrivere loro potete mandare un messaggio a
terri@priestsforlife.org e glielo inoltrerà.
E continuiamo a presentare Terri al Signore, ricordandoci il valore di ogni singola vita, altolocata od oscura, sana o malata.