Gli evangelici tedeschi aprono sulle staminali embrionali, Merkel ringrazia
La Conferenza delle chiese evangeliche tedesche dice SÌ alla ricerca sulle staminali embrionali create prima del 31 dicembre 2005…
A un paio di mesi dalle elezioni l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder aveva segnalato al mondo scientifico che, in caso di conferma del suo mandato, il tema della ricerca sulle cellule staminali embrionali avrebbe potuto essere ripreso. Angela Merkel dal canto suo non ha mai espresso apertamente un’opinione in merito, ma visti i trascorsi accademici e alcune indiscrezioni pare concordare con il suo predecessore. A creare ora un varco per un riesame della normativa è stata però, con gran sorpresa di tutti, la Conferenza delle chiese evangeliche tedesche (Ekd). Proprio il presidente della Ekd, il vescovo Wolfgang Huber ha aperto una nuova via che potrebbe “mettere d’accordo” etica e scienza. La legge tedesca del 2002 permette agli scienziati di avvalersi di linee di staminali embrionali prodotte prima del 1° gennaio 2002. Da tempo la Società tedesca per la ricerca (Dfg) denuncia l’esiguità del materiale a disposizione e anche il suo invecchiamento, “condizioni che ci pongono fuori da ogni possibilità di competere con i nostri colleghi stranieri” cioè, restando in ambito europeo, con belgi, inglesi, francesi, spagnoli danesi, greci, finlandesi, olandesi e svedesi. Ancora quest’estate in occasione della votazione del settimo programma quadro dell’Ue per la ricerca scientifica entrambe le chiese, quella cattolica, così come quella protestante, avevano condannato la decisione di destinare parte dei fondi comuni anche a questo tipo di ricerca. Invece settimana scorsa, durante la riunione degli stati generali della Ekd e alla presenza della Kanzlerin, proprio Huber ha proposto un compromesso: no alla liberalizzazione totale, in compenso gli scienziati potrebbero avvalersi in futuro di staminali create entro il 31 dicembre 2005. Angela Merkel ha salutato l’apertura, mentre il ministro della Ricerca, la cristianodemocratica Schavan, anche lei quest’estate ancora per un rigido no, ha subito messo al lavoro un gruppo di esperti. Le uniche voci contro sono state quelle dei verdi che hanno definito l’ipotesi “un attacco al cuore della politica bioetica tedesca”. Come fa notare la Frankfurter Allgemeine online, i motivi di questa inversione sono due e strettamente collegati tra di loro: primo, c’è la paura che la ricerca tedesca perda sempre più colpi nel confronto internazionale; secondo, la conquista da parte dei democratici Usa del Congresso potrebbe modificare la legge varata quest’estate per volontà del presidente Bush di vietare il finanziamento pubblico in questo settore. Ma anche negli altri paesi Ue pare di registrare un’accelerazione. L’intervento più clamoroso è arrivato nei giorni scorsi dalla Gran Bretagna, dove un gruppo di scienziati ha chiesto di poter creare embrioni chimera, fondendo il Dna di una persona con gli ovuli di una mucca. Da questi embrioni si potrebbero entro sei giorni (dopodiché verrebbero distrutti), creare linee di staminali senza dover più ricorrere a ovuli umani. Una proposta che ha fatto dire alla baronessa Josephine Quintavalle presidente della Comment on Reproductive Ethics (Core), la più nota organizzazione pro life inglese: “Si tratta di un’applicazione tra le più aberranti immaginate dalla scienza”. Il Guardian pubblicava ieri, invece, una “Lode alla ricerca delle cellule staminali” e alla legislazione inglese che “ha permesso lo studio sulle stesse e nel contempo ha impedito, con un quadro normativo preciso, la riproduzione di cloni”. L’articolo citava anche lo studio di un gruppo di ricercatori italiani, riportato da Nature, il quale mostra che cellule staminali, queste però adulte, iniettate a cani affetti da distrofia muscolare di Duchenne, hanno dato in alcuni casi risultati sorprendenti. Anche i ricercatori spagnoli Pedro Luis Ripoll e Mariano de Prado, che in agosto hanno effettuato la prima operazione, in Spagna, sempre con staminali adulte, su un paziente affetto da necrosi al collo, annunciano un nuovo intervento, e cioè l’impianto di staminali adulte nei cilindri del collagene, utilizzati per sostituire le cartilagini estratte dopo una lesione al ginocchio.
Il Foglio 17 novembre 06