Ma che c’entra con la legge sulla fecondazione assistita l’autonomia dello Stato dalla Chiesa (Miriam Mafai)? Che c’entra la natura liberale dello Stato (Piero Ostellino)? Che c’entra l’uso a scopo terapeutico di “embrioni sovrannumerari” (bella espressione: dice tutto)? Il problema è uno solo: autorizzare o non autorizzare un trattamento selettivo e intrinsecamente demoniaco degli embrioni, autorizzare o non autorizzare la famiglia artificiale. Da questo punto di vista, più sorvegliata e severa è la legge, meglio è. E non c’entrano nemmeno le pulsioni trasversali dei credenti cattolici, c’entra la libera valutazione della coscienza umana, una roba che riguarda tutti e che è un po’ più importante del bipolarismo e della lista unica dell’Ulivo. La deputata di sinistra Gloria Buffo ha detto ieri che bisogna difendere “uno dei diritti umani fondamentali, la possibilità di avere un figlio o meno”. Altrimenti la legge è “crudele”. Chiunque, in qualunque condizione si trovi, ha diritto di avere un figlio e di averlo sano, con l’aiuto della scienza biomedica; e chiunque ha il diritto di rifiutarlo.
Ma siamo matti?
Bisogna essere considerati bigotti, baciapile, servi del Vaticano e nemici delle donne per pensare che i figli non sono un diritto, l’abrogazione dei figli non è un diritto, i figli non sono cose esigibili per legge o fabbricabili a piacimento, sono natura e civiltà indissolubilmente connesse, sono una possibilità dell’amore e non una nevrosi familiare da curare medicalmente con dosi massicce di disprezzo per il diritto, quello sì un diritto, alla vita? Fecondazione eterologa, sperpero degli embrioni, diagnosi pre impianto, diritto all’aborto di un embrione impiantato, famiglia single o omosessuale e tante altre combinazioni artificiali, fino alla produzione di figli on demand e alla clonazione (perché no?): è questa la salute della donna che dite di difendere?
Ma sapete che cos’è la salute? In quale società volete portare questa salute, questa fitness, questa distratta adeguatezza alla più sbadata e conformista delle modernità? Non è in questione la religione, che pure ha diritto di esistere e di farsi sentire. E’ in questione una elementare riflessione civile sul mondo e sull’umanità nell’epoca della scienza dispiegata. Pensate di avere spiegato bene, a voi stessi e agli altri, le conseguenze dell’abolizione biomedica, nel crogiuolo confuso della famiglia artificiale, di concetti come la paternità, la maternità, la fraternità? Pensate di potere abolire senza spiegazioni etiche la sorprendente casualità dell’esistenza? Dove sta la salute se la vita è cosa, progetto di laboratorio socialmente impazzito, catalogo e classificazione delle opzioni per un consumo e una produzione di figli à la carte?
E’ vero che quasi tutto sta già succedendo, che un pezzo del mondo è già immerso nel caos della sindrome da spermatite, ma non è una buona ragione per obbedire a quel che succede, per essere conformisti quando si fanno le leggi. Ragionate. Interrogatevi. Disobbedite. Siate laici.
Giuliano Ferrara
(C) Il Foglio – 8 dicembre 2003