DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME – E’ la guerra degli uomini talpa. E si combatte lungo una striscia di terra che corre tra Gaza, in area palestinese, e l’Egitto. Da mesi gli attivisti dell’Intifada cercano di procurarsi armi e munizioni facendole passare attraverso dei tunnel segreti costruiti sotto la zona di confine. Gli israeliani cercano di impedirlo con la realizzazione di una trincea profonda dieci metri che dovrebbe interrompere il tracciato delle gallerie. Una lotta di pala e piccone che fa sorridere gli abitanti di Gaza: «Ma cosa volete che passi là sotto. Qualche fucile, delle cartucce. Mica i carri armati».
Corriere.it http://www.corriere.it/speciali/tunnel/tunnel_prova.shtml
DAI VIETCONG AL LIBANO – La passione dei tunnel tra i palestinesi risale all’esperienza del Libano ed è stata copiata dai guerriglieri vietcong. Quando i fedain, negli anni ’70, operavano sul territorio libanese avevano creato una estesa rete di depositi e rifugi smantellati dall’invasione israeliana dell’82. Un sistema tornato in auge con l’intifada. I membri di varie fazioni hanno iniziato a scavare le gallerie imitando i contrabbandieri che per anni hanno usato questa tecnica.
I TUNNEL – Ne esistono due tipi. Il primo è un tunnel, situato ad una profondità di 3-4 metri, lungo tra i 50 e i 150 metri. I trafficanti vi calano dei recipienti (grosse bacinelle, scatole in legno) che vengono tirati, da una parte all’altra del confine, con delle corde. Il secondo sistema – meno usato – prevede la realizzazione di una galleria più ampia, sorretta da strutture in legno: l’ingresso ha un diametro di circa 80 centimetri. Lungo il percorso vengono creati piccoli buchi per consentire l’areazione. L’accesso è verticale ed è facilitato da scalette in corda. Nella parte palestinese il tunnel può terminare all’interno di una abitazione, in modo da assicurare protezione a chi è coinvolto nel contrabbando. Oppure lo sbocco – tra i 30-50 centimentri di diametro – viene mimetizzato e coperto con un telone ricoperto di sabbia.
MESI DI SCAVI – La realizzazione dello scavo può durare qualche mese, un periodo che si riduce nel caso vengano riattivate vecchie gallerie. Nel tentativo di bloccare i tunnel gli israeliani hanno formato una unità speciale che opera nel settore di Rafah e agisce lunga la cosiddetta «Philadelphia road» che segue il confine. In base agli accordi di Oslo a Israele è affidato il compito di controllare la frontiera usando appunto la striscia d’asfalto. Gli esploratori beduini sono capaci di «leggere» il terreno e scoprire avvallamenti sospetti, i genieri invece usano bulldozer e sonde.
LA TRINCEA – Per motivi di sicurezza, i soldati hanno distrutto molte case palestinesi e piante in una fascia compresa tra i 50 e i 150 metri sostenendo che venivano usate per nascondersi dai guerriglieri. Nelle ultime settimane è quindi scattata la costruzione della trincea. Ora aspettiamo la risposta degli uomini-talpa.