Il Gesù di Liberazione, spogliato di Dio, resta solo un ribelle
Il quotidiano Liberazione, organo del Partito della Rifondazione Comunista, è uscito ieri con un fascicoletto allegato contenente Le parabole di Gesù lette da don Vitaliano della Sala…
di Mons. Alessandro Maggiolini
Il quotidiano Liberazione, organo del Partito della Rifondazione Comunista è uscito ieri con un fascicoletto allegato, come si usa un poco da tutti i giornali: tra non molto con i quotidiani ci daranno il panino imbottito o il cappuccino: è uscito con un fascicoletto intitolato: Le parabole di Gesù Nazareno lette da don Vitaliano della Sala.
Il lettore non si attenda un’altra punzecchiatura nei confronti di questo prete no-global, che ha partecipato alle proteste di Torino, al Word Gay Pride di Roma e ad altre manifestazioni cosiddette rivoluzionarie. Il prete è stato rimosso dalla parrocchia, ma non si rassegna a lasciare il ministero: tanto che dopo il provvedimento disciplinare nei suoi confronti, egli ha presentato ricorso presso la Congregazione vaticana del Clero.
Basta dire che non si ha a che fare con un biblista o con un teologo di professione e di ortodossia indiscutibile. Il fascicolo esce dopo Il Manifesto di Marx e continuerà con scritti di Beccarla, Robespierre, Rosa Luxemburg. Ci sarà anche Francesco: un Francesco pacifista chiosato dallo stesso direttore del quotidiano Piero Sansonetti.
La trovata non sembra né geniale, né esplosiva, benché don Vitaliano parli di “documento de propaganda subversiva”. I vangeli di Gesù – specialmente le parabole – sono stati commentati da Celso, dagli apocrifi e da molteplici autori secondo svariatissime prospettive. Nel movimento marxista è tradizione vedere in Gesù il primo socialista. In Harnac viene presentato come il predicatore della bontà consolatoria del Padre. Ernest Renan lo descrive come un grande sogno nato dal vuoto del sepolcro interpretato dalla Maddalena. E si potrebbe continuare.
Ciò che colpisce in queste operazioni riduttive è lo coronamento di Cristo della sua divinità. Egli diventa, così, a volta a volta, poeta, psicologo, ribelle al sistema socio-economico in cui si muove ecc. Cioè, diventa una voce della collana “Pensiero forte” di Liberazione, ma potrebbe essere inserito nei settimanali alla moda tendente allo scic e al femminile. Dal parrucchiere bisogna pur fare passare il tempo.
Ed ecco il punto: un Gesù semplicemente uomo a che cosa serve? Come agitatore politico ce ne sono di migliori. Così si dica per il personaggio consolatorio, l’esteta un poco decadente, il grande fondatore di un movimento sociale ecc. Tutte figure da tener presente, se è Figlio di Dio.
In sintesi: se Gesù di Nazareth non è Figlio di Dio, non salva nessuno e si rivela un gran cialtrone quando parla di sacerdozio, di sacrificio, di remissione dei peccati, di vita eterna e così via. Una delle due: Dio con noi, o un esaltato con qualche scheggia di esortazione morale.
Si è a una operazione ideologica.
Il Giorno QN 2005-12-30