La fede contro il secolarismo diffuso
Una breve ma densa omelia del Card. Bagnasco durante la Santa Messa del funerale di don Gianni Baget Bozzo
Omelia in occasione della Santa Messa d’Esequie per Don Gianni Baget Bozzo
Genova, Parrocchia del Sacro Cuore e S.Giacomo di Carignano,
11 maggio 2009
Signori Ministri,
Autorità
Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore
Siamo qui per il suffragio cristiano per l\’anima di Don Gianni Baget Bozzo, sacerdote della nostra Diocesi. Ordinato nel
Spesso, recentemente, mi ha confidato il suo dolore per aver addolorato il suo Cardinale. Oggi, nella luce di Dio, tutto si chiarisce e si purifica.
Un tema molto caro alla sua meditazione e sul quale scrisse anche un\’opera, era l\’anima e la vita eterna. E le letture bibliche appena ascoltate ci guidano proprio in questa riflessione: "Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se nuore vivrà", dice il Signore Gesù.
Richiamare queste verità della nostra fede è quanto mai necessario oggi, poiché il secolarismo diffuso – che non necessariamente nega Dio – in modo subdolo spinge a vivere come se Dio non ci fosse e tutto si riducesse alla vita terrena. Come se l\’esistenza fosse solo una rapida sequenza di giorni, un\’ inarrestabile corsa verso il nulla. Come se la morte – come affermava Nietzsche – fosse la nostra "cupa compagna di viaggio". Tutto allora si appiattisce sull\’immediato, su ciò che risponde e soddisfa interessi e bisogni senza futuro. Se l\’uomo è un grumo di materia organica solo un po\’ più sviluppata, se non siamo anche anima, allora non esiste futuro, vita eterna, infinito. Allora ognuno è prigioniero di se stesso, chiuso nel mondo angusto del suo piccolo e fuggevole presente, dove i valori dell\’amore fino al sacrificio di sé difficilmente trovano fondamento e linfa rinnovatrice. Se l\’uomo è effimero anche la società sarà inevitabilmente effimera. In sostanza, senza l\’anima l\’uomo è una "passione inutile".
La fede invece – ma anche la ragionevolezza e l\’esperienza universale – dicono che l\’uomo è una grandezza incompiuta, e quindi desiderio e apertura oltre se stesso, verso una cifra che, pur superando il limite della creatura, misteriosamente gli appartiene: è la cifra dell\’infinito, della pienezza, della felicità senza ombre e per sempre. Il Vangelo, sorgente inesauribile di umanesimo, ci invita a guardare avanti con fiducia, perché la vita terrena non è un vagabondare rassegnato e mesto verso il vuoto, ma il pellegrinaggio serio e responsabile verso Dio che è Padre: nel suo grembo di verità deporremo le nostre azioni e i nostri pensieri.
Cari fratelli e sorelle, mentre affidiamo l\’anima immortale di Don Gianni al Signore della vita, preghiamo anche per noi, perché possiamo vivere da umili pellegrini della fede, fedeli a Cristo e, con Lui, fedeli alla storia.
Angelo Card. Bagnasco