Van Gogh. Oggi i funerali anche della multiculturalità?
L’insospettabile lato oscuro. Olanda sotto choc
Marina Corradi
Da AVVENIRE
L’attentato in una scuola islamica a Eindhoven è solo il più vistoso di una scia di attentati, modesti ma numerosi, una improvvisa spirale di rabbia a incendiare nel giro di tre notti la pacifica Olanda: tentativi, sventati, di appiccare il fuoco a moschee a Huizen, a Rotterdam, vandalismi contro un centro per immigrati ad Amsterdam. Chiuso un sito Internet di condoglianze per l’assassinio del regista Theo van Gogh, sommerso da migliaia di messaggi anti-islamici lanciati dai pacifici olandesi. Un sondaggio della tv RTL Nieuws afferma che il 47% degli intervistati è oggi meno tollerante verso i musulmani. Che il 12% vuole bloccarne l’immigrazione.
Alle esequie del regista, oggi, i cittadini di Amsterdam si guarderanno in faccia. Il bel sogno della “multiculturalità”, ognuno con la sua tradizione e fede e costume, senza darsi fastidio, ha subìto in Olanda un colpo drammatico. E quel funerale di oggi, è forse anche il funerale di questa pia illusione.
Theo Van Gogh ha pagato con la vita un film di 12 minuti. Soggetto, la testimonianza di una giovane donna somala, rifugiata politica, oggi membro del Parlamento olandese. Ayaan Hirsi Ali aveva raccontato il dramma di una donna musulmana: la violenza fisica, le botte, i lividi, la sottomissione assoluta. La tv olandese aveva trasmesso il film. Van Gogh era stato minacciato di morte. Non ci ha creduto. Pensava d’essere in un Paese libero e “multiculturale”.
Lo hanno sgozzato, poi la lama piantata nel ventre, con un foglio – versi del Corano, e un avvertimento alla signora Ali. Integralisti islamici. Pare, in contatto con gruppi del terrorismo spagnolo. Mentre tutta l’Europa guardava, in quel 2 di novembre, al voto americano, e poco s’è agitata per un regista che di noto aveva solo il grandioso cognome di famiglia.
Un omicidio drammaticamente pesante. Forse nel più tollerante dei Paesi europei una minoranza islamica integralista impone con ferocia la sua “giustizia” all’Occidente: non immischiatevi della nostra leg ge, né del destino delle nostre donne. Benché siamo in Europa, questa è cosa nostra, non vi riguarda, fate finta di non vedere. Quel messaggio piantato nella carne: l’avvertimento, per gli altri, per tutti gli altri.
E, di risposta, una popolazione nordica, libertaria, abituata ad accettare tutto e tutti, che improvvisamente seppellisce i siti Internet di insulti xenofobi. Contro un milione di musulmani per lo più pacificamente insediati in Olanda. Chiudete le porte, non ne vogliamo altri. E ogni sera piccoli, odiosi attentati. Cosa succede in Olanda? Il ministero dell’Interno rafforza le misure di sicurezza e paventa un clima, parole testuali, di “guerra” sociale.
E tuttavia questo focolaio di violenza potenzialmente contagioso apertosi nel cuore d’Europa ha suscitato blande reazioni nella stampa internazionale. «C’è una minoranza trascurata che dovrebbe essere meglio integrata nella realtà olandese», ha commentato flemmatico Die Welt, e lo spagnolo El Pais s’è sorpreso dell'”insospettabile lato oscuro” della serena Olanda. “Minoranza trascurata da integrare” o fondamentalismo assassino che alza la testa? Quanto rumore per il presunto “fondamentalismo cattolico” di Buttiglione, e che silenzio davanti a un fondamentalismo vero, e atroce. Ma quello cattolico, lo sanno poi tutti, è un fondamentalismo immaginario, inventato sui banchi di Strasburgo. Quest’altro, fa maledettamente sul serio. Ma non è il caso, stavolta, di agitarsi. Questa “minoranza trascurata”, bisognerà integrarla, dice Die Welt. Europa “corretta” o assonnata – di quel sonno che lascia crescere i mostri. .