Finché c’è fede…
Perfino i cattolici non leggono più Bibbia e Vangelo
Qualche volta capita di essere fulminati da un’evidenza. In Italia non sappiamo niente del Vangelo. Lo orecchiamo e pure male. La Bibbia poi: zero o quasi. Gomorra ormai è diventato sinonimo di Camorra ed è considerato un libro sui Casalesi, non una città incenerita da Dio come narra la Genesi…
di Renato Farina
Qualche volta capita di essere fulminati da un’evidenza. In Italia non sappiamo niente del Vangelo. Lo orecchiamo e pure male. La Bibbia poi: zero o quasi. L’altra sera, per consolarmi della melancolia suscitata da Annozero di Santoro, sono trasmigrato dal secondo al primo canale della Rai. Ed è stato molto istruttivo. C’era “Porta a porta” e si parlava di “Sangue dei vinti”, il film tratto dal libro di Giampaolo Pansa. Va visto, bisogna portarci gli studenti a vederlo, ripara molta ignoranza e molte falsificazioni dei testi di storia sulla Liberazione. Con Bruno Vespa e Pansa c’era anche un protagonista di quella pellicola: Michele Placido. Il quale tirando la morale della serata, citando sue recenti letture di classici greci, ha detto più o meno: «Come si sostiene nell’Antigone: “Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti”».
Intorno c’era gente molto attrezzata, laureati, intellettuali, tutti – a sentire citare Sofocle e i tragici di Atene – hanno pensosamente accondisceso con cenni del capo alla profondità di questi nostri antenati attici (non si allude qui agli abitanti degli appartamenti siti all’ultimo piano, ma ai residenti in Attica: siamo gente colta noi di Libero, quasi come Placido). Lì ho capito che noi italiani siamo ignoranti sulla guerra civile 1943-1945, e qualcosa però si sta facendo finalmente; ma siamo conciati peggio sulle Sacre Scritture, e invece lì non si sta facendo nulla di nulla.
Ho controllato. Non era Sofocle ma Gesù a scandire quelle parole. Capitolo 8 versetto 22 del Vangelo di Matteo. Possibile che nessuno abbia eccepito? Possibilissimo. In Italia si può tranquillamente frequentare dalle scuole materne sino alla laurea e al dottorato uscendone coi massimi voti senza che sia necessario rispondere ad una qualsiasi domanda sul Vangelo e neppure se ne sia letta una pagina. Questo vale anche per l’Antico Testamento. (Non vale più per il Corano: nelle medie inferiori è infatti ormai obbligatorio leggere la storia di Maometto con ampie citazioni del libro del Profeta).
Non esiste nella scuola italiana come materia obbligatoria. Certo c’è l’insegnamento della religione cattolica. Ma esso è facoltativo, il voto non è determinante. Oltretutto, ahinoi, durante l’ora di religione il Vangelo non è un libro di testo previsto. I professori inoltre si dedicano a tutto, meno che alle pagine di Luca, Marco, Matteo e Giovanni. Le lettere di Paolo e i salmi, l’Esodo e il libro di Geremia o quelli di Isaia, Giobbe e Giona? Non esistono. Gomorra ormai è diventato sinonimo di Camorra ed è considerato un libro sui Casalesi, non una città incenerita da Dio come narra la Genesi.
Non è un’ignoranza recente. Non diamo la colpa ai professori di oggi e ai ragazzi propensi ai videogiochi invece che alle letture sacre. Ricordo un’antica trasmissione di Maurizio Costanzo. Ci fu un austero e coltissimo comunista, di cui non faccio il nome per non incorrere in errore, che sostenne che il detto: «Chi non lavora non mangia» fosse di Lenin. Al che un altro ospite lo derise: «Eh, eh, è di Marx».
Avevo appena letto (per caso, lo ammetto) una lettera di San Paolo. E stava davvero lì: seconda lettera ai Tessalonicesi, capitolo 3 versetto 10. Peraltro ho controllato anche nelle opere complete di Lenin, tramite Internet. La frase c’è anche in Lenin, che la cita da Marx, come si noterà presto dal virgolettato. Sul serio. Trattasi dell’opuscolo “Stato e Rivoluzione”, parte quinta, capitolo sulle “Premesse economiche della morte dello Stato”: «"Chi non lavora non mangia": questo principio socialista è già realizzato; "a uguale quantità di lavoro, uguale quantità di prodotti": quest\’altro principio socialista è anche esso già realizzato. Tuttavia ciò non è ancora il comunismo».
Sia Marx sia Lenin hanno in realtà realizzato un esproprio proletario dal Nuovo Testamento.
Conclusione. Ci vuole un altro piccolo decreto Gelmini. Il primo articolo della legge 133 inserisce come obbligatori la lettura e lo studio della Costituzione italiana. D’accordo. La Lega ha fatto aggiungere: vanno meditati anche gli Statuti regionali. Come no? Come si fa a vivere senza conoscere il quinto articolo dello Statuto dell’Abruzzo? Io mi permetterei di rendere obbligatoria un’altra oretta di insegnamento: la lettura dei Vangeli. E ancora: dell’Antico Testamento e delle lettere di San Paolo.
In fondo sono la sostanza della nostra cultura anche per chi non crede.
Il fatto è che ignorano questi testi anche i cattolici che pure la considerano parola di Dio, e su di essa si basa la loro fede visto che vi si annuncia nascita morte e resurrezione di Gesù Cristo. Invece niente. Si è chiuso da poco il Sinodo dei vescovi sulla “Parola di Dio”, il Papa ha invocato di rileggere quei testi insieme. Qualche giornale ne ha parlato? Lo si considera ovvio. Balle. I musulmani al contrario sanno tutto del Corano. Imparano a leggere su quel testo. Così assorbono l’alfabeto ed insieme la (spesso) nefasta potenza della loro religione.
Forza Mariastella, rimedia. Io intanto da piccolo deputato presenterò una proposta di legge. Tanto non passa. Non siamo integralisti, noialtri poveri italiani bamba.
LIBERO 02/11/08