Giurano di non toccare la legge. Ma poi provano a svuotarla
Il ministro Livia Turco nomina la ex senatrice comunista Maura Cossutta – una delle più dure avversarie della legge 40– per la revisione delle linee guida della stessa legge 40. Una scelta che il quotidiano del Vaticano definisce «ideologica»…
di Marina Corradi
Giurano di non toccare la legge. Ma poi provano a svuotarla
di Marina Corradi
L’incarico conferito a Maura Cossutta per la revisione delle linee guida della legge 40 suscita polemiche, fra le quali una interpellanza al ministro della Salute da parte di 17 senatori della Casa delle Libertà. Il ministro Livia Turco definisce «particolarmente inopportune» alcune delle loro dichiarazioni. Tuttavia, poiché risulta che il diritto di critica alle decisioni del governo sia ancora esercitabile, vorremmo aggiungere qualcosa. Dunque, è noto che la stessa legge 40 prevede un aggiornamento delle linee guida ogni tre anni, «in rapporto all’evoluzione tecnico-scientifica». Non è però questa revisione nulla di burocratico, o una sine cura priva di rilievo. Tra i tanti punti toccati dalle linee ci sono per esempio i criteri per l’ammissione dei laboratori alle pratiche di fecondazione assistita, la definizione dello «stato di abbandono» dell’embrione, la proibizione di ogni attività diagnostica con finalità eugenetica. La stessa ex senatrice comunista Maura Cossutta – una delle più dure avversarie della legge 40 – ha dichiarato recentemente rivolgendosi all’associazione Luca Coscioni che «le linee guida non modificano la legge, ma possono fare molto». Il che pare una promessa. La legge, ci ripetono, non si tocca. Tuttavia, mettendo le mani nelle linee guida qualche «miglioramento» lo si può apportare. Così, senza clamori, e senza passare dal Parlamento. Un aggiustamento fatto in casa, senza troppe discussioni. È proprio il sospetto di un aggiramento della legge, nonché della volontà popolare nettamente emersa dal referendum del 12 giugno, che disturba. Si assicura e si ripete che quel testo, per carità, non si tocca, non si pensa nemmeno. E però, come per caso, si nomina quale responsabile della revisione delle linee guida proprio Maura Cossutta. Sarebbe come affidare una revisione dell’indulto a Di Pietro. Ma, obietta offeso il ministro, la Cossutta è un medico, dunque competente. Vero, però è un medico dei Comunisti italiani, e questo avrà pure qualche ril ievo. Al sospetto, occorre poi dire, ci si è abituati non per malevoli pregiudizi, ma dopo la manovra fulminea con la quale il ministro Fabio Mussi ha ritirato la firma italiana alla minoranza di blocco in seno alla Ue, con la quale si impediva che la ricerca sugli embrioni fosse finanziata con fondi comunitari. E dopo l’ultimo exploit di Bruxelles, dove dopo l’altisonante divieto di distruggere gli embrioni si infilava nell’ultimo comma la piccola clausola secondo cui i successivi passaggi della ricerca su linee staminali già prodotte sono consentiti, il sospetto si è irrobustito, fino a diventare fondata diffidenza. Come avvertendo una gran voglia, in questo governo, di andare a toccare la legge 40 non apertamente, non in un chiaro dibattito parlamentare, ma ambiguamente, scavando dal di sotto e di fianco, in modo da svuotarne di fatto il progetto portante. Il che è politicamente abile, ma non mostra un gran rispetto di quella volontà popolare espressa un anno fa per via referendaria. Volontà, fu detto, frutto di oscurantismo o di pigrizia astensionista; e dunque, par di capire, ora che si può, volontà da emendare. Preferiremmo avversari pronti a dire la loro a viso aperto. Quanto, invece, alla pure condivisibile «delusione» espressa per la nomina di Maura Cossutta dai cattolici in seno all’Unione, c’è da prendere atto che anche loro – purtroppo – non sono riusciti a frenare l’ansia revisionista sulla legge 40. Quanto basta per riflettere su tutte le scelte fatte.
Avvenuire 1 agosto 06
Procreazione, il Vaticano contesta il governo
La nomina di Maura Cossutta, che dovrà revisionare la riforma della legge 40, scatena le reazioni di «Osservatore romano» e Conferenza episcopale
Mantovano (An): «Sulle tabelle per la droga incarichino Pannella…»
In principio erano stati l’opposizione e una solitaria pattuglia di cattolici dell’Ulivo. Ieri sono scesi in campo anche l’Osservatore Romano e Avvenire. Tutti a puntare il dito contro la nomina a consulente del ministero della Salute di Maura Cossutta, ex deputato del Prc prima e del Pdci poi, cui Livia Turco ha affidato il compito di rivedere le linee guida della legge sulla fecondazione assistita. Una scelta che il quotidiano del Vaticano definisce «ideologica». «Il governo – si legge sull’Osservatore Romano – ancora una volta sembra aver scelto di aprire una dura offensiva nel campo della bioetica, inaugurando una strategia interventista mai praticata prima d’ora dal potere esecutivo, neppure ai tempi del divorzio e dell’aborto, quando la Dc scendeva in campo come partito e mai come forza di governo». Durissimo anche Avvenire che ricorda il ruolo della Cossutta di ferma oppositrice alla legge 40. Recentemente, si legge in un editoriale del quotidiano della Conferenza episcopale, l’ex deputato del Pdci «ha dichiarato che “le linee guida non modificano la legge, ma possono fare molto”. Il che pare una promessa». Insomma, il governo Prodi vorrebbe eludere la legge «senza clamori e senza passare dal Parlamento». «Un aggiustamento fatto in casa – secondo Avvenire – e senza troppe discussioni. È proprio il sospetto di un aggiramento della volontà popolare nettamente emersa dal referendum del 12 giugno, che disturba». E ancora: visto che la nomina della Cossutta equivale a «affidare una revisione dell’indulto a Di Pietro», la sensazione del quotidiano della Cei è che «in questo governo» ci sia «una gran voglia di andare a toccare la legge 40 non in un chiaro dibattito parlamentare, ma ambiguamente, scavando dal di sotto e di fianco, in modo da svuotarne di fatto il progetto importante». Ce n’è anche per i cattolici dell’Ulivo, accusati di non essere «riusciti a frenare l’ansia revisionista».
Non è un caso che proprio ieri, a qualche ora dagli appelli accorati dell’Osservatore Romano e di Avvenire, la sparuta pattuglia di deputati della maggioranza che avevano criticato la scelta della Cossutta si è andata via via allargando. Al punto che in serata un ventina di parlamentari presentano (sia alla Camera che al Senato) un’interpellanza alla Turco per chiedergli conto della sua scelta («quali finalità e oggetto» ha la nomina della Cossutta?). Tra i firmatari Emanuela Baio, Paola Binetti, Luigi Bobba, Tiziano Treu, Enzo Carra, Dorina Bianchi, Renzo Lusetti, Rino Piscitello e anche Francesco Cossiga. Critico anche l’Udeur che per bocca del capogruppo alla Camera Mauro Fabris fa sapere che la scelta della Cossutta «non tiene conto della sensibilità dei cattolici» e assicura la massima vigilanza. E pure il vicepresidente della Camera Pierluigi Castagnetti ammette che nella nomina «forse ci sono valutazioni d’opportunità non fatte adeguatamente dal ministro Turco». «I margini per cambiare la legge – assicura però l’esponente della Margherita – non li ha nessuno, solo il legislatore potrebbe intervenire».
Durissima, invece, l’opposizione. Sandro Bondi e Francesco Giro, rispettivamente coordinatore di Forza Italia e responsabile dei rapporti con il mondo cattolico, parlano di «un altro colpo di mano» che ha l’obiettivo di «stravolgere una legge approvata da una maggioranza ampia e trasversale». La dimostrazione, spiegano, che «il governo ha deciso di favorire una deriva antidemocratica e anticattolica». Sulla stessa linea le deputate di Forza Italia Isabella Bertolini, Gabriella Carlucci, Patrizia Paoletti Tangheroni e Simonetta Licastro Scardino, che con altri 40 parlamentari hanno presentato alla Turco un’interpellanza urgente. Critiche anche dall’Udc, che con Luca Volontè chiede l’intervento di Fassino. Da An, invece, Alfredo Mantovano si affida all’ironia: «Per la revisione delle tabelle sulla droga la Turco potrebbe incaricare Marco Pannella…».
di Adalberto Signore
Il Giornale n. 181 del 02-08-06 pagina 5