Corriere della Sera, 23 febbraio 2005
“Memoria e Identità”, il nuovo libro del Papa
“C’era qualcuno dietro l’attentato di Agca”
Le parole del Papa. Mieli: riaprire la questione sul piano internazionale. Ratzinger: il feritore ossessionato dal terzo segreto di Fatima
ROMA – Un libro che è un evento mondiale. E che contiene profonde riflessioni sul bene e sul male. Ma anche un’opera che, nella parte finale, ritorna con dettagli inediti sul quel terribile 13 maggio 1981, quando Alì Agca sparò in piazza San Pietro: per la prima volta, Giovanni Paolo II parla di attentato “commissionato” e riapre l’indagine storica su quell’avvenimento. Memoria e Identità, edito da Rizzoli, da oggi in libreria, è l’ultima fatica letteraria del Papa: 200 pagine, divise in 5 capitoli, più l’epilogo, frutto di una conversazione del 1993 con due filosofi polacchi, Josef Tischner e Krzysztof Michalski, meditata e ripresa molti anni dopo. Ieri è stato presentato dal portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls, il cardinale Joseph Ratzinger e il direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, nella splendida cornice di Palazzo Colonna. “Affronta tutti i grandi temi della storia dell’uomo” ha detto l’amministratore delegato di Rcs MediaGroup, Vittorio Colao, introducendo il dibattito.
Il senso del libro, stampato in 14 edizioni e tradotto in 11 lingue, si racchiude in un passaggio della lettera di San Paolo ai Romani che appare nella quarta di copertina: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”. Una lotta interiore, che passa nelle coscienze personali, ma che condiziona anche la storia. Non a caso i titoli dei cinque capitoli parlano di “limite del male”, di “libertà e responsabilità” insieme a riflessioni sull’idea di “patria”, di “Europa” e di “democrazia”.
NUOVE RIFLESSIONI SULL’ATTENTATO – Nell’epilogo del libro, che contiene anche riflessioni sul terrorismo, dall’11 settembre alla tragedia russa di Beslan, il Papa racconta che quel 13 maggio aveva pensato di essere morto: “Praticamente ero ormai dall’altra parte”. Pochi giorni fa Alì Agca aveva chiesto al Vaticano di rivelare l’identità dell’Anticristo. Ma per Navarro-Valls le pagine del libro di Wojtyla offrono la giusta interpretazione di quell’episodio. Perché per la prima volta il Pontefice parla di non occasionalità di ciò che accadde a piazza San Pietro: “Alì Agca, come tutti dicono, è un assassino professionista. L’attentato non fu un’iniziativa sua, fu qualcun altro ad idearlo, qualcun altro l’aveva a lui commissionato”.
Secondo Paolo Mieli si tratta di frasi che riaprono la discussione sulla “dimensione oscura” dell’attentato al Papa: “La questione va riaperta sul piano internazionale, ora che è passato del tempo e si sono aperti gli archivi. Ed è un fatto che deve interessare più noi laici, da storici, che la Chiesa”.
UN PENSIERO COMPLESSO – È difficile, sempre per il direttore del Corriere, sintetizzare concetti e idee espresse in modo articolato e meditato da Giovanni Paolo II. È parso, in qualche anticipazione del libro, che il Papa avesse parlato di “comunismo come male necessario” e di “aborto come l’Olocausto”. Per Mieli si tratta di una “forzatura”. E anche per il cardinale Ratzinger, che ha confessato di avere ricevuto “numerose lettere” da Alì Agca ossessionato dal terzo segreto di Fatima, “Giovanni Paolo II non mette sullo stesso piano la Shoah e l’aborto perché non paragona fatti o sistemi, ma attira la nostra attenzione sulle tentazioni presenti: anche le democrazie non sono esenti dal male”.
Ma il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ha sviluppato anche il tema di fondo del libro: “Nella visione del Papa c’è un fattore negativo che minaccia la costruzione della nostra esistenza, ma il male è solo negazione, non può esistere senza il bene”. Proprio da questa riflessione nasce la speranza: “Il male è una forza grande, però non è indefinito, ha un limite di tempo e di essere”. E questo limite è rappresentato, appunto, dal bene.
Roberto Zuccolini