Toghe rosse presto padrone d’Europa
Sono passati pochi giorni dal varo dell’ordine di arresto europeo da un ramo del Parlamento e la notizia dell’istituzione di un Consiglio Superiore della Magistratura Europeo è stata data con grande enfasi…
di CARLO TAORMINA
Nel dire le ragioni, da queste stesse colonne, dell’incostituzionalità dell’ordine di arresto europeo, recentemente approvato alla Camera, non sottolineai solo l’assurdità di una cattura cui il giudice italiano sarà obbligato, se richiesto da quello straniero, anche per fatti che non costituiscono reato nel nostro Paese, ma misi in guardia dalla vera e gravissima ragione politica sottesa all’intera operazione. Lungi dal perseguire l’obiettivo di eliminare tempi lunghi e complicazioni burocratiche nel contrasto della criminalità, finalità ben altrimenti conseguibili, l’innovazione avrebbe potuto costituire lo strumento attraverso cui esportare il “modello Italia”, dal punto di vista dell’uso politico della giustizia in tutti i Paesi europei. La disponibilità di questo micidiale potere avrebbe potuto favorire l’aggregazione delle componenti egemoni della magistratura in ciascuno degli Stati membri, formando una sorta di club giudiziario davvero speciale. Purtroppo, i fatti hanno confermato tale prognosi.
Il club delle manette sotto l’egida della Ue
Sono passati pochi giorni dal varo dell’ordine di arresto europeo da un ramo del Parlamento e la notizia dell’istituzione di un Consiglio Superiore della Magistratura Europeo è stata data con grande enfasi. Per la verità, si tratta anche di una notizia sbagliata. Non è vero che sia stato introdotto un organo europeo di autogoverno della magistratura. Molto più semplicemente, si è attuato un collegamento tra istituzioni più o meno omologhe, che ha però il sapore di una prova generale per ben altri obiettivi. La storia degli organi d’autogoverno della magistratura è un po’ la stessa in vari Paesi europei, in particolare in quelli contraddistintisi in questi anni per vocazione oligarchica e contrarietà al governo d’Italia, e la storia dell’egemonia dei magistrati di sinistra. Non già sul piano della rappresentatività nei vari ordini giudiziari, ma per la capacità di prevaricazione di un’ala minoritaria, ma corposa, a danno di quella maggioritaria, di solito silenziosa. Gli organismi di autogoverno della magistratura nei Paesi che ho indicato, proprio come in Italia, hanno alle spalle associazioni di magistrati spartite in correnti politiche che replicano, anzi ne sono all’origine, l’egemonia delle frange di sinistra. Nulla di nuovo per noi, se non che da qualche tempo siamo impegnati, pur con alterne sorti e non sempre con la determinazione e i mezzi giusti, nel contenimento dello strapotere politico della magistratura, poco regredito ma almeno non aumentato. Le toghe rosse italiane hanno fiutato il pericolo di perdere il controllo sugli altri poteri dello Stato e da qualche tempo vanno attuando una manovra di aggiramento e ampliamento del raggio d’azione puntando sull’Europa da cui, anche per la scarsa consapevolezza della gente su cosa sia l’Europa, meditano di ottenere una rilegittimazione, oggi in forte calo, come soggetto politico. L’impegno della magistratura militante italiana a favore dell’ordine di arresto europeo ne è la migliore dimostrazione. Insomma, con uno slogan si potrebbe dire essere in atto una pesante manovra per passare dalle toghe rosse italiane alle toghe rosse europee. Il raccordo tra organi di autogoverno sancito la settimana scorsa, che implica coordinamento tra la magistratura di sinistra delle associazioni presenti nei maggiori Paesi europei ha esattamente questa finalità. Grave, perché capace di paralizzare una seria opera di contrasto, è che simili iniziative sono intraprese all’insegna del contrasto del crimine e dell’efficienza della giustizia, temi che godono di ampio consenso nell’opinione pubblica, e di cui invece poco importa a chi questa iniziativa realizza.
Mani Pulite su scala europea
È necessario scuotersi dal torpore, capire il pericolo che le democrazie europee corrono per via di queste ipocrite operazioni, le quali hanno l’unico obiettivo di saldare tra loro tutte le componenti di sinistra della magistrature europee, di renderle avvinte a un patto capace di mettere il laccio al collo della politica d’Europa, come per lungo tempo è stato messo al collo della politica italiana. È doveroso segnalare il pericolo attuale e concreto racchiuso nell’esistenza di un potere giudiziario fatto della sommatoria di forze di sinistra provenienti da vari Paesi, idonee a cambiare, influenzare, anche col ricatto, le scelte politiche dei singoli governi se non dell’intera Ue. Chi ritenesse astratto il pericolo del ricatto mostrerebbe di aver dimenticato quanto accaduto in Italia con semplici avvisi di garanzia. Da questo profilo, dovrebbe essere facile immaginare cosa succederà col mandato d’arresto nelle mani delle toghe rosse europee.
Libero – 27 maggio 2004