Spagna, si potranno usare gli embrioni congelati da 5 anni
Ricerca sugli embrioni umani: il sì del governo Zapatero. Dura la reazione della Chiesa
Il governo Zapatero è una fucina di iniziative, quasi tutte sgradite alla Chiesa che vede sgretolarsi sotto i suoi occhi, a forza di picconate, un edificio costruito nei secoli in Spagna. Dopo il divorzio rapido con procedure semplificate e l’approvazione del disegno di legge per legalizzare le coppie omosessuali, con diritto di adozione accluso, ieri il governo socialista ha approvato il Real Decreto che autorizza la ricerca sulle cellule staminali da embrioni umani in soprannumero, ottenuti attraverso tecniche di fecondazione artificiale e successivamente congelati.
Si calcola che in Spagna vi siano attualmente circa 200mila embrioni creati per le cure sulla sterilità e poi congelati. Quelli utilizzabili per la ricerca saranno soltanto gli embrioni congelati da più di cinque anni. L’autorizzazione verrà completata con una nuova legge sulla ricerca biomedica che sarà approvata l’anno prossimo e che prevede la ricerca senza limiti di tempo.
La vicepresidente del governo Maria Teresa Fernandez de la Vega, che sta emergendo come “donna di ferro” della compagine governativa, ha detto che “non è etico porre ostacoli e difficoltà sulla strada degli scienziati che stanno usando il loro talento e il loro sapere per migliorare la nostra capacità di curare gravi malattie”. Le staminali sono cellule che potenzialmente possono sostituire quelle di qualsiasi organo o tessuto. Secondo gli scienziati potranno permettere la cura di malattie come il morbo di Alzheimer o di Parkinson. Il ministro della Sanità, Elena Salgado, ha spiegato che il Real Decreto “apre la via alla ricerca sulle cellule madri con le dovute garanzie, previa informazione e autorizzazione delle persone interessate” che dovranno rinunciare agli eventuali benefici economici. “Quella di oggi è un ottima notizia – ha affermato – per i ricercatori e anche per i genitori che hanno embrioni congelati e che non trovano per essi uno scopo socialmente utile. Ora hanno una chance”.
Non si è fatta attendere la reazione della Chiesa, che non si opporrà a manifestazioni di massa convocate per dicembre dalle associazioni cattoliche come protesta contro certe riforme del governo.
La Conferenza Episcopale spagnola sottolinea che “gli embrioni non possono essere sacrificati per nessuna ragione” e qualifica come “triste realtà” la “mal definita clonazione terapeutica” che, a suo intendere, aprirà il passo alla clonazione riproduttiva. I vescovi spagnoli già il 25 maggio scorso avevano espresso il loro pensiero in un documento titolato “Per una scienza al servizio della vita umana”. Il testo afferma che “la clonazione con fini terapeutici è una delle minacciose possibilità che nascono dalla pratica ingiusta della produzione di esseri umani nei laboratori” e definisce “inquietanti” alcune dichiarazioni di scienziati e di politici. A giudizio della Conferenza Episcopale, gli embrioni “anche se non si permette loro di svilupparsi e di arrivare ad essere bambini nati, sono già esseri umani che non possono essere sacrificati con nessun pretesto”.
Gonzalo Herranz, membro della Commissione Deontologica dei Medici, ha criticato la produzione in eccesso di embrioni, definendola “decisione egoista”. A suo parere, dopo l’approvazione di questo decreto “la situazione non cambierà e continueranno a prodursi embrioni in eccesso”.
di Mino Vignolo
Corriere della sera 30 ott. 04