Zingaretti (segretario del Partito Democratico), Maiorino (M5 stelle) e Cirinnà (Italia Viva, di Matteo Renzi) tra i più aggressivi sostenitori della legge che impedisce di esprimere il pensiero favorevole alla sessualità e famiglia naturale.
Lunedì scorso si è svolto un incontro presso la sala Refettorio della Camera dei Deputati per discutere di tale proposta.
Ed ecco che la proposta di legge dell’on. Zan sulla cosiddetta omofobia è all’esame in Commissione giustizia.
Nell’area dei partiti socialisti, sono molti i commenti positivi su questo disegno di legge.
Tra questi ricordiamo quello di Monica Cirinnà (Itavia Viva), madrina della legge sulle Unioni civili che così si rivolge a Nicola Zingaretti (PD):
«Tantissimi ragazzi, soprattutto da provincie lontane, mi scrivono per dirmi ‘io mi sono innamorato del mio compagno di banco ma non posso dirlo a nessuno, ma lo dico a lei senatrice, perché così qualcuno lo sa e può veicolare questa voglia di riconoscimento’. Se sai ascoltare ricevi, i parlamentari dovrebbero utilizzare di più le nostre caselle postali. Noi questa legge Nicola la dobbiamo fare, ci dobbiamo stringere con questa maggioranza. Sui punti dirimenti, importanti, che ci qualificano, come persone che si vogliono occupare della dignità delle persone, dobbiamo essere uniti. Questa legge va fatta, ma va fatta bene. Quando il DDL Scalfarotto arrivò in senato ci guardammo negli occhi per dirci che era stato svuotato. La vita delle persone è dignità, è il poter dire ‘io amo Giovanni’. Visto che siamo sempre un po’ incerti nel futuro, caro Nicola, evitiamo la seconda lettura, facciamo una bicamerale interna tra noi, con tutti i parlamentari che vogliono questa legge. Accordiamoci su un testo, e quando arriva al Senato si vota. Ma fatemi aggiungere un’altra cosa. Dentro la vita delle persone c’è anche la famiglia, i bambini arcobaleno, che forse non troveranno risposta in questa legge. Ma sono bimbi senza diritti. Non hanno nonni, zii, la condizione dell’asse ereditaria. Proviamo a ricordarci di tutti. Ok la politica dei piccoli passi, ma bisogna mettere mano anche alle grandi partite che tutti i giorni gravitano sulla vita delle persone. E anche una legge sull’omogenitorialità va fatta».
Sulla stessa frequenza d’onda Alessandra Maiorino (M5S): «E’ importante che questo provvedimento sia trasversale, sono la prima firmataria di un disegno di legge contro l’omotrasfobia presentato mesi fa. Questi temi non dovrebbero avere colore politico, non andrebbero ideologicizzati. La complessità della natura umana, la bellezza di questa complessità che qualcuno vorrebbe ridurre ad un sistema binario, non si può pensare di ingabbiare l’essere umano in categorie così semplicemente comprensibili. Per altri rassicuranti, per me ingabbianti. Questa legge si prefigge di andare a tutelare quella comunità di persone che non vogliono identificarsi in una semplificazione che rovina la natura umana. E’ sotto gli occhi di tutti che questa legge serva, c’è un’assoluta necessità di dare un nome a questo fenomeno. A chi nega l’esistenza di un problema, ho dato loro una superficiale ricerca in rete. È talmente orribile, quel che si può trovare on line in 5 minuti, che basterebbe a convincere tutti che esiste un odio specifico nei confronti delle persone omosessuali. Questa legge va a identificare questo tipo di reato, che non è un’opinione, ma odio. E l’odio non è un’opinione. Perseguire è un passo necessario. Il nostro testo di legge istituisce anche le case rifugio, centri antiviolenza specifici per le persone LGBT. Una realtà necessaria per dimostrare che lo Stato c’è. Dobbiamo recuperare tutti gli anni persi in precedenza, abbiamo il dovere di dare tutto quel che è possibile dare per colmare questa colpevole lacuna. Questo è un treno che non si può perdere. E’ ora o chissà quando. Siamo uniti per portare a casa questo risultato. Lo dobbiamo all’Italia e non solo alla comunità LGBT, perché ne va della dignità di questo Paese».
Infine citiamo alcuni passaggi dell’intervento di Nicola Zingaretti (PD), intervento dai toni ovviamente rivoluzionari che apertamente dichiara che «occorre ribaltare i valori su cui si è fondata la convivenza civile sin dopo la Seconda guerra mondiale: Prepariamoci a combattere per ottenere il risultato migliore, sapendo che esiste una maggioranza, sapendo che amiamo la democrazia parlamentare, dove servono voti per approvare testi di legge. Ci sono molti contributi legislativi su questo tema. I
l PD c’è, ci mette la faccia, vuole andare avanti e spingerà per andare avanti. Ora si apre una stagione di tempi non biblici, di scelte e strategia, con i doverosi passaggi parlamentari. Bisogna aprire una finestra e chiuderla in fretta. Le leggi hanno il merito di intervenire nello specifico di una condizione, e la valenza di questa legge sta in questo tema. Cambia la vita delle persone, se la legge verrà approvata. Ma queste leggi rompono anche muri, aprendo uno spazio politico dove la società può specchiarsi.
Una legge contro l’omotransfobia è importante perché assumerà un punto di svolta, l’apertura di una nuova fase. Dobbiamo andare avanti, trovare la massima convergenza possibile, andando ben oltre i confini di una maggioranza. Darsi una tempistica e arrivare fino in fondo. Serve per dimostrare che le cose possono cambiare in meglio, e non in peggio. La legge va approvata perché non c’è dubbio che afferma un principio, ovvero il concetto di mettere prima le persone, che sono individui. Dobbiamo dare sostanza, a tutto questo, mettere al centro della politica la condizione umana. È uno dei fatti concreti che cambia la fiducia delle persone fuori dal palazzo. Passare dagli slogan ai fatti. E’ una battaglia che va fatta dentro il Parlamento e dentro la società. Va costruito un consenso nella società, per rendere anche più chiaro chi si batte e chi non si batte. Per non lasciare sole le persone che necessitano di ascolto. Siamo tornati a rimettere in discussione la discriminazione solo per il fatto di esistere.
È utile, questa legge, perché viviamo dentro un tempo storico di capovolgimento della scala di valori dentro la quale si è fondata la democrazia repubblicana dal dopoguerra. Viviamo un tempo nel quale abbiamo la percezione fisica, di crisi antropologica, di restrizione degli spazi della sfera dei diritti sociali e civili. Non possiamo solo resistere, ma trovare gli argomenti, le parole, le persone, gli atti, che ci conducano ad una stagione offensiva. Abbiamo vissuto stagioni in cui la parola d’ordine era uguaglianza, valore delle differenze, mentre ora siamo in una stagione di illusione e di proposta politica culturale in cui esiste un individuo che rappresenta il dominio su tutti gli altri. Il populismo lancia un modello, ovvero un uomo e un popolo, è portatore di un’idea di dominio, che porta a una regressione, ad un restringimento degli spazi. Questa è un’urgenza, basta pacche sulle spalle, bisogna rimettere in ordine la scala gerarchica delle priorità. Individuare obiettivi e provare a vincere. Il cuore del problema, del rischio della crisi democratica è anche legato al fatto che si voglia eliminare nel profondo dello stato d’animo degli individui l’idea che è rimasta una speranza che le cose possano cambiare. Bisogna voltare pagine, rischiare tutti, andare avanti, provarci. Questo è uno dei tanti strumenti che ci diamo per provare a risolvere i problemi reali delle persone, parte di una battaglia culturale e politica per dire a questo Paese che sì, le cose non vanno bene, c’è qualcuno che offre visioni del passato, ma c’è anche un’altra alternativa. Difendere le persone da un’odiosa e drammatica escalation offensiva alla dignità delle persone».
Come risposta a tutti questi discorsi retorici si può appuntare, tra le molte considerazioni, che ad oggi qualsiasi persona omosessuale e transessuale è già tutelata efficacemente dal Codice Penale e che, come si può leggere sulla Nuova Bussola Quotidiana, non c’è alcuna emergenza “omofobia”, infatti «l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad, Ministero dell’Interno), nell’ultimo report, ci comunica che in otto anni, dal 10 settembre 2010 al 31 dicembre 2018, il numero di segnalazioni per atti discriminatori a danno di persone omosessuali ammonta a 197 (il 13% del totale) e quello riferito a persone transessuali a 15 (1%). Ossia 26,5 all’anno. Due al mese. […] Inoltre c’è da osservare che stiamo parlando di segnalazioni: quindi non tutte le segnalazioni corrispondono a veri reati».
https://www.gay.it/attualita/news/legge-contro-omofobia-monica-cirinna-alessandra-maiorino
https://www.gay.it/attualita/news/legge-contro-omofobia-nicola-zingaretti
https://lanuovabq.it/it/proposta-zan-un-nuovo-ddl-scalfarotto-liberticida