Trump, l’account sospeso e la farina del mulino
In queste ore il mondo (dal premier Conte alla Cancelliera Merkel, ecc.) si interroga sul bavaglio imposto al Presidente Trump e ai suoi sostenitori da parte dei maggiori social–media.
In tempi dittatura del relativismo, nella quale la libertà di opinione è una specie di divinità, sembra difficile formulare un giudizio e il relativo “che fare?”.
In Italia, anche i cristiani democratici più conservatori sono scossi:
– tempi.it ritiene urgente togliere a «Zuckerberg [inventore di Facebook] & c. il controllo dello spazio comune»;
– la nuovabq.it mette in guardia da un «soggetto privato, privo di legittimazione democratica, che interviene sui diritti garantiti dagli ordinamenti giuridici».
Come spesso accade a quest’area culturale, entrambi auspicano un rimedio peggiore del male: «siano solo le istituzioni ad avere il controllo legittimo dello spazio pubblico».