Così l’Einaudi ”salva” il comunismo italiano

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UN TESTO CONTRADDITTORIO

Nel “Dizionario del comunismo nel XX secolo” pubblicato da Einaudi si nota una discrepanza tra i temi affidati a storici di impostazione marxista e storici di diversa estrazione. La voce “Carestie“, per esempio, spiega come queste ultime nei Paesi sovietici non furono tragedie deliberate, ma «tentativi» falliti di risolvere il problema della fame…

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Il piano dei comunisti per far fuori Prodi & C.

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IL GOLPE DI DILIBERTO

Il documento integrale del Pdci in cui il segretario spiega ai compagni come abbattere Prodi, Rutelli Fassino e tingere di rosso l’Italia. La strategia di Diliberto: dobbiamo raccogliere tutti quelli che non vogliono il Partito democratico, così sconfiggeremo Fassino e Rutelli…

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Se D’Alema ha nostalgia della Cina violenta di Mao

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Anche D’Alema sembra ormai contagiato dal vento di follia che spira sul governo Prodi. A Pechino ha ricordato l’amore appassionato per la Cina che provava da studente. Uno sguardo alla carta d’identità di D’Alema ci conferma che quella era la Cina di Mao e della Rivoluzione culturale…

di Massimo Introvigne

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Budapest 1956. Duemila morti contro il sistema staliniano

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1 novembre 1956: cittadini di Budapest circondano un carro armato sovietico (Ansa)

  

26 ottobre 2006

Budapest 1956. Duemila morti contro il sistema staliniano

di Piero Sinatti – (C) Il Sole 24 ore – 26 ottobre 2006

La rivolta d’Ungheria dell’ottobre 1956 fu la prima grande frattura apertasi nel mondo comunista nel quadro del disgelo in Urss dopo la morte di Stalin (marzo 1953) e il XX congresso del Pcus (febbraio 1956), in cui il leader di quel Partito, Nikita Khrusciov aveva denunciato il culto e i crimini di Stalin.  La rivolta fu la più evidente manifestazione del rigetto popolare del sistema staliniano, imposto da Mosca ai paesi dell’Europa centro-orientale. Dittatura monopartitica. Terrore di massa e dure epurazioni nello stesso Partito dominante. Sovietizzazione della cultura e dell’istruzione. Statizzazione e pianificazione centrale dell’economia che, nel clima della Guerra Fredda e della corsa agli armamenti imposto da Mosca ai paesi “satelliti”, dà la priorità all’industria pesante e bellica, a scapito dell’industria dei beni di consumo e dell’agricoltura, quasi interamente collettivizzata.

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