Il crollo del comunismo in URSS sotto la spinta dei dissidenti puo’ essere una utile lezione da imparare anche nei rapporti con i regimi dittatoriali e totalitari ancora al potere?
Un interessante articolo di Natan Sharansky
Natan (Anatholy) Sharansky è nato in Ucraina nel 1948 e si è laureato in fisica a Mosca. Sin da giovane è stato un dissidente impegnato in attività sioniste. Nel 1973 chiese al regime sovietico un visto per recarsi in Israele, subito negatogli per «ragioni di sicurezza». Quattro anni dopo venne arrestato con l’accusa di essere una spia degli Stati Uniti e condannato a 13 anni di prigione. In seguito a una campagna internazionale, le autorità sovietiche lo rilasciarono l’11 febbraio del 1986: quella stessa notte Sharansky fece il suo arrivo in Israele. Eletto presidente del neonato Forum Sionista, è stato sempre in prima linea per la causa degli ebrei sovietici. Convinto che la priorità nazionale di Israele sia favorire l’immigrazione, ha fondato il partito politico Yisrael B’Aliya . Ministro dal 1999, ha pubblicato “Fear no evil” , la raccolta delle sue memorie, e il recente “The cause of democracy” insieme al giornalista Ron Dermer, dalla cui introduzione è tratto l’articolo qui pubblicato.
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