La lobby LGBT festeggia la nomina di Elena Bonetti al ministero dellE famigliE (1).
Il nuovo ministro per le Pari Opportunità e Famiglia è Elena Bonetti: già scout Agesci (2), renziana, firmò l’appello (assieme a don Gallo) per chiedere allo Stato di riconoscere la “famiglia” gay e alla Chiesa di rivedere le proprie posizioni (3). Una cristiana-democratica o “adulta”.
Fa arrabbiare che il quotidiano dei Vescovi (4) abbia dato spazio alle sue idee e strategie politiche, senza una virgola per confutarle, anche quando il termine “famiglia” è usato solo al plurale.
Esaminiamole, traendone spunti per la battaglia in difesa della famiglia naturale.
- “Diritti”: «Avevo apprezzato il governo Renzi per il coraggio e la chiarezza con cui aveva delineato […] il riconoscimento di diritti».
Il termine “diritti” è usato nella stessa accezione dei programmi politici delle lobbies LGBT: se ieri era il diritto all’adozione da parte di coppie omosessuali, oggi è il diritto a impedire il dissenso “omotransfobico” e, domani, diritto a ogni prurito immaginabile.
Contromisura: tornare a informare e formare i comitati a favore della vita e della famiglia sulle caratteristiche delle leggi vere e di quelle false, nonché al dovere di combattere per abrogare tutte le leggi inique (5).
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