I rischi di andare contro natura

Londra: nasce la bimba «selezionata».
A spese di altre vite

Nuovo, preoccupante "traguardo" della ricerca scientifica britannica. Nel Regno Unito è nata infatti la prima bambina geneticamente selezionata, appositamente "programmata" per non ereditare dai genitori il gene del cancro al seno. In un articolo pubblicato dall’Osservatore Romano il dottor Carlo Bellieni ricorda però che proprio uno studio pubblicato in questi giorni riporta che i bimbi nati dopo fecondazione in vitro (Fiv) hanno un rischio di certe malformazioni maggiore degli altri

 

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Eluana, i medici della clinica di Udine si ribellano: ”Non siamo un mattatoio!”

A giorni la decisione dei vertici della casa di cura che s\’è offerta di far morire la giovane donna.
Appello dei camici bianchi: «Fermiamoci». Dell\’operazione avevano saputo dai giornali

«Se prima eravamo sconcertati oggi siamo esterrefatti. Il rapporto di fiducia tra noi medici e la struttura sanitaria per cui lavoriamo si è spezzato. L’appello ai nostri capi? Fermatevi». Sono molti i camici bianchi della \’Città di Udine\’ – il policlinico che vorrebbe «accompagnare alla morte» Eluana – che esprimono disaccordo con i vertici. Molti (e diversi) i motivi della loro indignazione. «Alcuni di noi sono profondamente colpiti dal punto di vista etico e umano – specifica uno di loro, altri invece non accettano l’arroganza con cui gli amministratori hanno gestito la cosa, mettendoci di fronte al fatto compiuto e costringendoci a saperlo dai giornali. Una terza parte, infine, non ammette che si siano rivolti a un’équipe esterna di cosiddetti volontari, anziché chiedere a noi se eravamo disposti a staccare il sondino: è indice di coscienza sporca. E come li hanno reclutati, visto che il progetto era così segreto? Chi c’è dietro?». (altro…)

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Il ”diritto” di morire, peggior incubo della post-modernità

Tentazione sconcertante

Sono sinceramente convinto che una legge ampiamente condivisa sulla fine della vita umana sia, nell’Italia di oggi, opportuna bioeticamente e necessaria biopoliticamente (ne ho scritto diverse volte sulle colonne di que sto giornale). E non mi turba troppo nemmeno l’espressione \’testamento biologico\’: è tutt’altro che corretta, ma ciò che conta non è il colore o la grafica dell’etichetta che si vuole incollare su di una scatola, quanto il contenuto di questa. Quando però leggo un articolo, scritto per perorare un \’referendum sul diritto di morire\’, come quello che Luca e Francesco Cavalli-Sforza hanno pubblicato su Repubblica del 2 gennaio (ma il nome che conta mediaticamente è quello del padre, Luca, illustre genetista), vengo preso da un profondo sconforto: se questo è il livello della riflessione su questioni cruciali come quella della fine della vita umana è forse meglio fermare ogni dialogo, imporre a tutti ( me compreso, ovviamente) adeguate pause di riflessione, esigere da tutti i bioeticisti un severo sforzo di onestà intellettuale.
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”Adesso che c’è, desidero solo che rimanga”

Storia di un bambino che non doveva nascere e che oggi sarà battezzato

Beatrice abita in un paesello all’imboccatura d’una vallata alpina, non lontano da dove la montagna sfocia nel piano. Ha un marito e quattro figli. Il secondo, Giovanni, cinque anni, soffre di una grave e rara malformazione cardiaca: ipoplasia del ventricolo sinistro. Gli manca la metà sinistra del cuore, ha solo la destra. All’epoca della nascita di Giovanni, su Internet, in italiano, non si trovava quasi niente (oggi ci sono anche blog di mamme che si raccontano le rispettive esperienze). Per saperne qualcosa di più Beatrice e il marito dovevano navigare sui siti americani. Negli Stati Uniti, da tempo si cura con un certo successo la “hypoplastic left heart syndrome”, a differenza di quel che accade in Inghilterra e in Francia, dove pressoché tutte le donne ai cui figli viene diagnosticata quella malattia abortiscono. (altro…)

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Il medico uscito dal silenzio

Da recordman di aborti a primo obiettore di coscienza serbo. La parabola di Stojan Adasevic

di Lorenzo Fazzini, per Tempi.it, del 27/11/2008

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Bimbo scampato ad un aborto chirurgico; medico conosciuto in tutto il paese come «recordman» di interruzioni di gravidanza (anche 35 operazioni al giorno, 9 ore quotidiane di «mortifera» sala operatoria); quindi cristiano ortodosso e attivista pro life convertito da San Tommaso d’Aquino. Se non fosse vera, la vicenda di Stojan Adasevic parrebbe uscita dalla fervida mente di uno sceneggiatore ipercattolico abituato a copioni strappalacrime. E invece la storia di questo medico serbo di Belgrado è tutt’altro che cinematografica.

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Per Eluana il Governo si è mosso

Fisichella: al primo punto il valore supremo della vita

DA ROMA
GIANNI SANTAMARIA

Quando si legifera sulla vita, c’è sem­pre «un grande timore, che deriva dal non sapere con esattezza cosa il legislatore porrà all’interno del­la legge».
Per monsignor Rino Fisichella, bisogna capire «cosa signi***** e di quali contenuti viene riempita» un’iniziativa le­gislativa su simili questioni.
E i contenuti, ribadisce il presidente della Pontificia Ac­cademia per la vita, non possono andare contro la vita stessa.
Lo dicono la Costitu­zione, «la natura dell’ordinamento giuri­dico » e anche «principi etici condivisi da tutti» secondo i quali l’accanimento terapeutico va evitato, ma idratazione e nutri­zione non sono interventi medici, bensì «l’elemento indispensabile per vivere».
Il vescovo, rettore della Lateranense e cap­pellano della Camera, torna sulla vicenda di Eluana e commenta l’ipotesi di una leg­ge sulla fine della vita.

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Eutanasia. Ho visto morire Terri Schiavo

Le ultime ore di Terri Schiavo
Il resoconto di un testimone oculare: Padre Frank Pavone, direttore nazionale di Priests for Life, presidente del Consiglio religioso nazionale pro-vita

 

Come forse avete visto sui notiziari, ero al capezzale di Terri Schiavo durante le ultime 14 ore della sua vita terrena, fino a cinque minuti prima della sua morte. In questo tempo, insieme a suo fratello e sua sorella, le ho comunicato la vostra vicinanza e le vostre preghiere. Le ho detto tante volte che aveva tanti amici nel mondo e molti pregavano per lei ed erano dalla sua parte. Le avevo detto le stesse cose durante le mie visite nei mesi prima che le fosse tolto il sondino dell’alimentazione, e sono convinto che abbia capito.

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Fare un’opzione decisiva per la vita umana

Anche in America Latina cominciano a bussare alla porta le forze che esercitano pressione per legalizzare l’aborto.

di Silvio Dalla Valle


Anche in America Latina cominciano a bussare alla porta le forze che esercitano pressione per legalizzare l’aborto. I cattolici si mobilitano. Radici Cristiane ha intervistato il prof. Hermes Rodrigues Nery, Coordinatore Generale del 1° Congresso Internazionale di Difesa della Vita svoltosi agli inizi di febbraio nel santuario nazionale brasiliano della Madonna Aparecida.

http://www.radicicristiane.it/fondo.php/id/13/ref/2/Attualità,-politica-e-società/Fare-un-opzione-decisiva-per-la-vita-umana

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La 194 a vela

Da Il Foglio- Martedì 8 luglio 2008
 
La barca di Vittorio e l\’aborto di Valeria. Due come tutti noi
 
Lo spiacevole impalcarsi a giudici delle (altre) donne, per insegnare cosa dovrebbero o non dovrebbero fare dei loro legittimi consorti, lo lasciamo alle Lidie Ravera e al loro preteso femminismo, sinistrismo, moralismo.Non abiamo mai puntato il dito sulle donne e le loro persone. Nemmeno su quelle che hanno abortito per partecipare ad un reality show. O per altri futili motivi, e ce ne sono. Non lo faremo nemmeno per una dona che ai piani alti del reality italiano c\’è arrivata da tempo, Valeria Marini, e ora racconta della sua ultima gravidanza, per la quale era disposta a qualsiasi sacrificio". Solo che quando ha dato "la notizia a Vittorio, la sua risposta è stata: \’E come facciamo ad andare in barca?\’ ". Così che "di comune accordo abbiamo deciso di interrompere la gravidanza".
 
Quel che conta dire, senza la spocchia dell\’avevamo detto, è esattamente ciò che nessuno vuol sentirsi dire: trent\’anni di mentalità abortista hanno trasformato l\’aborto dal "dramma" clandestino che una legge intendeva abolire in una banale pratica anticoncezionale.
Moralmente indifferente, comoda, a disposizione.
Per cui un bambino può valere meno di una gita in barca di una coppia mondana e facoltosa.
E\’ un problema morale, e non basta a rimuoverlo l\’esistenza della legge. Invece la mentalità corrente è tale che la signora in questione ha pure specificato che un figlio oggi, lo vorrebbe pure adottare.
Ma "la legge italiana non me lo consente perchè sono single". Si dovrà fare dunque un\’altra legge, per il nuovo desiderio?

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