Dopo Russia, Ungheria, Rep. Ceca e Polonia, anche la Romania adotta una legge
– in difesa della famiglia naturale e
– di protezione delle persone eterosessuali.
Quanto accade in Romania ci tocca, se non atro perché – con oltre 1.200.000 persone – si tratta della comunità di stranieri più numerosa nel nostro paese.
Come gli albanesi (450.000) sono persone vissute per decenni sotto il terrore social-comunista: parlano poco, non si fanno notare, ottengono dai nostri vescovi luoghi di culto dedicati e… hanno fiuto per ciò che sa di totalitarismo.
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L’antefatto: la Romania non prevede alcuna forma di riconoscimento nei confronti delle coppie dello stesso sesso.
La novità: la Romania ha approvato una proposta di legge che proibisce l’insegnamento del gender nelle proprie istituzioni scolastiche e universitarie.
Con la nuova normativa, si elimina anche l’educazione sessuale dalle scuole di qualsiasi ordine e grado: il testo proibisce in modo esplicito qualsiasi riferimento a sesso o genere dentro le istituzioni scolastiche.
Forti le reazioni:
– dai docenti di cultura socialista (vedi qui per l’assemblea dei rettori).
– dal Capo dello Stato Iohannis, un pavido moderato, che ha presentato un quesito alla Corte Costituzionale.
Alla base dell’intervento legislativo in questione vi è la constatazione che tali studi sono uno strumento di propaganda politica: “Il mio emendamento cerca di fermare un’ideologia marxista tossica per lo sviluppo dei bambini. Secondo questa ideologia, il sesso biologico non può definire un bambino come uomo o donna, e quindi il bambino è costretto a decidere tra i 114 generi inventati dai sostenitori di questa teoria” (Sen. Vasile Cristian Lungu, vedi qui).
Il Sen. Lungu e l’On. Emil-Marius Pascan sono conservatori e anticomunisti, esponenti del centro-destra attualmente all’opposizione.
In quanto pro-family italiani, dovremmo chiederci:
come è stato possibile che due parlamentari dell’opposizione
siano riusciti a far approvare un emendamento che modifica tutta la legislazione scolastica di uno Stato?
- A differenza che da noi, gran parte degli esponenti delle 47 associazioni pro-family locali sono intransigenti: ciò è possibile perché quasi tutti hanno un lavoro, non cercano di arricchirsi con le donazioni dei pro-family né ambiscono a una poltroncina: pertanto, non sono leccapiedi dei partiti ma, anzi, esercitano su di essi un controllo ferreo.
- A differenza che da noi, la ricostituita Chiesa Ortodossa (autocefala) è molto dedita a Dio e alla liturgia, contando su 12.000 sacerdoti (uno ogni 1.500 abitanti).
I preti son per gran parte sposati (che non è una bella cosa) e hanno figli: pertanto, danno priorità alla difesa della famiglia. - Come da noi, anche in Romania non c’è più una Sfântă tinereţe, ma il 50% della popolazione è rurale, le città non han più di 300.000 abitanti e solo 3 sono marittime.
Se sui punti 2 e 3 possiamo far poco, sul primo punto dovremmo fare un bel repulisti generale: facciamoci sentire!
David Botti
fonti: https://www.qmagazine.ro/senatorul-cristian-lungu-a-oprit-ideologia-de-gen-in-scoliam-locuit-in-sua-sub-obama-a-fost-sustinuta-fortat-in-scoli-s-a-ajuns-la-aberatii/
– https://vasilecristianlungu.ro/ideologia-de-gen/
– https://euobserver.com/social/148762
– https://www.balcanicaucaso.org/aree/Romania/La-famiglia-naturale-va-in-franchising-191470