A seguito di un articolo (1) relativo a una Mozione della Regione Lombardia a favore del “consenso informato preventivo” (2), Andrea Galli, consigliere regionale di Forza Italia in Emilia-Romagna, si è reso disponibile a proporre un’analoga interrogazione all’Assemblea Legislativa della Regione rossa.
Tale interrogazione è stata presentata il 15/11/2018: segue di soli 9 giorni la Mozione lombarda e precede di ben 6 giorni la notizia dell’accoglimento della richiesta lombarda da parte del Ministero per l’Istruzione (3). Le date sono importanti per attribuire il giusto merito sia alla Lombardia che a Galli.
—
L’interrogazione del consigliere Galli (4) è perfetta quanto a normativa scolastica: si raccomanda fortemente a tutti i comitati pro-family di farne una lettura meditata e comunitaria in modo evitare riferimenti normativi errati e fuorvianti (5).
In particolare in essa si evidenzia che
- «tali attività “educative” vengono svolte dall’Azienda Sanitaria Locale, così che le famiglie troverebbero difficoltoso comprendere, in prima istanza, ciò che viene somministrato ai propri figli»;
- il pericolo della violenza verso i bambini non si limita al gender, ma si è ormai estesa anche ai «progetti educativi riguardanti la sfera affettivo-sessuale e tematiche inerenti».
Quest’ultimo aspetto è confermato da quanto sta accadendo in altre nazioni occidentali: una recente notizia della stampa, documenta il raccapricciante esito dell’educazione all’affettività fatta dallo Stato all’insaputa della famiglia: «abortire è come andare dal dentista […] è più doloroso il filo interdentale» (6).
—
Cosa ha risposto la Regione a guida Partito Democratico?
La Segreteria del Consigliere ci ha tempestivamente fornito il testo (7), dal quale si ricava che:
- la Regione ritiene erroneamente che l’autonomia scolastica si debba anteporre ai diritti della famiglia riconosciuti dal Miur e dalla Costituzione: «l’autonomia delle istituzioni educative è oggi il cardine dell’organizzazione del nostro sistema scolastico»;
- in tutti questi anni la Regione avrebbe monitorato il tema dei diritti della famiglia senza fare nulla: «il rapporto costruito con l’Ufficio scolastico regionale in questi anni, fondato sulla reciproca fiducia e sulla piena collaborazione istituzionale, ci ha permesso di monitorare con grande attenzione questa tematica»;
- la Regione continuerà a non intervenire tempestivamente: «affronteremo il tema del consenso nella prossima riunione della Conferenza regionale del sistema formativo».
Insomma, niente di nuovo sotto il sole dell’Emilia-Romagna, compreso il fatto che i cattolici devono mobilitarsi, senza affidarsi più alla rappresentanza di alcuno e battendosi con intransigenza per i propri diritti.
FattiSentire.org
9/1/2019
NOTE
(1) Cfr. https://www.osservatoriogender.it/scuola-il-consenso-preventivo-diventa-vincolante/
(5) Esemplare quanto a confusione sulla normativa scolastica circa i diritti della famiglia nella scuola dello Stato è: Giusy d’Amico – esponente apicale del “Comitato Difendiamo i Nostri Figli” e di “Non si tocca la famiglia” -, postfazione a F. Pieri, «Ore 10: educazione alla salute», printed in Poland by Amazon Fullfillment, s.d.
(6) Cfr. https://www.tempi.it/cari-ragazzini-abortire-e-come-andare-dal-dentista/
(7) Cfr. https://www.fattisentire.org/db/risposta_interrogazione_7497.pdf